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Sanguino leggendo l’intervista al comandante generale della Guardia Costiera

Camillo Langone
Come disse Bob Dylan, non è nulla cara, sanguino soltanto. Io sanguino leggendo l’intervista corrierista al comandante generale della Guardia Costiera: “Noi li salviamo con ogni mezzo disponibile” dice l’ammiraglio Melone.
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Come disse Bob Dylan, non è nulla cara, sanguino soltanto. Io sanguino leggendo l’intervista corrierista al comandante generale della Guardia Costiera: “Noi li salviamo con ogni mezzo disponibile” dice l’ammiraglio Melone riferendosi da una parte agli invasori africani che si lanciano dalla Libia verso la Sicilia con gommoni e barchini e dall’altra ai ben più costosi mezzi messi a disposizione della Guardia Costiera dal contribuente tradito. Io sanguino quando leggo che “il trend di arrivi è lo stesso dello scorso anno: 150.000 persone”: di questo passo fra dieci anni gli italiani non saranno in minoranza solo in alcune scuole della provincia di Milano, come oggi, saranno in minoranza ovunque. Io sanguino quando l’ammiraglio dice: “Spero che il flusso possa arrestarsi”. Perché so come muore chi vive sperando. Io sanguino quando ammette che “dietro le partenze c’è sempre un’organizzazione criminale”: le mie tasse servono dunque a finanziare le mafie della quarta sponda. Io sanguino quando l’alto ufficiale dichiara: “Il mio compito è quello di salvare le vite”. Perché la Guardia Costiera dovrebbe innanzitutto guardare, custodire le coste, dietro le quali ci sono vite che non devono essere aggredite. Io sanguino quando parla di “movimenti biblici” perché subito penso alla Bibbia: per fede, è scritto in Ebrei 11, vengono respinti gli invasori, e quindi è per mancanza di fede che agli invasori si cede. Ma non è nulla cara, a Rio de Janeiro stiamo vincendo parecchie medaglie e l’Inno di Mameli risuona fiero.
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