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San Tommaso, la cannabis e il male minore

Camillo Langone
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San Tommaso che nella Somma Teologica scrivesti a favore di colui che “produce un male minore per evitarne uno maggiore”, noi dell’amigdala sensibile, noi che chiamiamo invasori i cosiddetti migranti, noi che di africani spacciare nei centri storici non ne vorremmo vedere più, sogniamo che la legge sulla parziale legalizzazione della cannabis, male minore, passi. Se non ora in autunno. Un sogno forse irrealizzabile quello di togliere lavoro ai delinquenti ivoriani o nigeriani o tunisini per darlo ai commercianti di Cuneo o Rovigo o Voghera, siccome gli stessi alfaniani ieri votanti a favore della nozze di Sodoma, e quindi contro il disegno di Dio, oggi difendono la proibizione delle canne perinde ac cadaver. Forse a un Santo queste cose non si dovrebbero dire ma purtroppo mi vengono in mente le ragazze che si concedono al coito anale pur di rimanere vergini. Confessori gesuiti troveranno certo il modo di assolvere tutti quanti, sia le ragazze in questione sia Maurizio Lupi: prego soltanto che vietino loro di considerarsi moralmente superiori.
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