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L'autore di "La scuola cattolica" si definisce "molto zen"

Camillo Langone
Il premio Strega è quel premio letterario romano in cui giurati residenti a Roma votano autori romani. Lo ha vinto, lo dico a chi vive fuori dal raccordo anulare, lo scrittore romano Edoardo Albinati col romanzo romano “La scuola cattolica”, ambientato fra via Nomentana e Circeo.
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Il premio Strega è quel premio letterario romano in cui giurati residenti a Roma votano autori romani. Lo ha vinto, lo dico a chi vive fuori dal raccordo anulare, lo scrittore romano Edoardo Albinati col romanzo romano “La scuola cattolica”, ambientato fra via Nomentana e Circeo. Un libro di 1.294 pagine siccome Albinati ha preso poco dalla Roma migliore (niente aurea mediocritas oraziana) e molto dalla Grecia peggiore (la hybris). “Sono molto zen”, ha dichiarato per esprimere la sua imperturbabilità rispetto alla vittoria. Vanificando con questa parola volgare (mi dispiace per Mishima ma oggi, in Italia, zen è parola volgare) 1.294 pagine, 2.769 anni di storia e non so quanti trimestri di scuola cattolica. Usando una parola buddista come poteva usarla una trentenne che beve spritz ai Parioli o al Pigneto, l’inutilmente sessantenne Albinati ha gettato un’altra palata di terra sugli stoici latini, maestri di atarassia con Seneca e Marco Aurelio, sugli ebrei come Isaia dalla “faccia dura come pietra”, sui cristiani come i monaci e quegli altri religiosi che promettevano obbedienza “siccome cadavere”, e su Gesù che insegna la divina noncuranza in Matteo 6. Sia espulso da tutte le scuole del Regno.
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