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Il Terzo Paradiso: l'opera d'arte di Pistoletto (dove si spaccia)

Camillo Langone
Contro i paradisi intellettuali e quindi contro Michelangelo Pistoletto. Mi piace l’idea del paradiso, e da emulo di Baudelaire non sono contrario ai paradisi artificiali, agli analgesici, agli alcolici, alle cosiddette droghe, mentre sono contrarissimo ai paradisi concettuali, ai giardini cerebrali degli artisti utopisti.
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Contro i paradisi intellettuali e quindi contro Michelangelo Pistoletto. Mi piace l’idea del paradiso, e da emulo di Baudelaire non sono contrario ai paradisi artificiali, agli analgesici, agli alcolici, alle cosiddette droghe, mentre sono contrarissimo ai paradisi concettuali, ai giardini cerebrali degli artisti utopisti: il Terzo Paradiso di Pistoletto, paracadutato a Parma nel piazzale della Pilotta, è un presuntuoso purgatorio in forma di pista da mini-golf. Il successo riscosso dall’installatore biellese presso gli amministratori comunali (prima del sindaco parmigiano Pizzarotti era stato abbindolato il sindaco milanese Pisapia) prova la dabbenaggine di un ceto politico pronto a spalancare la bocca di fronte alla supercazzola pistolettiana: “Il Terzo Paradiso è raffigurato simbolicamente da una riconfigurazione del segno matematico dell’infinito: i due cerchi opposti significano natura e artificio, quello centrale è la congiunzione dei due e rappresenta il grembo generativo del Terzo Paradiso”. Per giustificare simile opera d’arte è stata spesa, essendo il piazzale rinomato luogo di spaccio, la parola “riqualificazione”. Peccato che gli spacciatori nigeriani e marocchini alla fola dell’arte riqualificante non abbiano creduto né punto né poco, proseguendo i loro traffici imperterriti: gli africani non sono italiani, non sono scemi.
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