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Daniel Canzian, il salvatore della cucina italiana

Camillo Langone
Re Salomone, “un tesoro non si trasmette di generazione in generazione” hai scritto nel Libro dei Proverbi e allora sarai contento di Daniel Canzian, il giovane cuoco che ha deciso di trasmettere il tesoro della cucina italiana.
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Re Salomone, “un tesoro non si trasmette di generazione in generazione” hai scritto nel Libro dei Proverbi e allora sarai contento di Daniel Canzian, il giovane cuoco che ha deciso di trasmettere il tesoro della cucina italiana nel momento in cui lo scrigno delle nostre ricette sta precipitando nel pozzo dell'oblio. Il più marchesiano degli allievi del sommo Marchesi al sito Le Nius ha detto: “Oggi a Milano è molto più facile andare in un ristorante giapponese, cinese, tailandese, norvegese, svedese... Per questo ho deciso di fare cucina italiana, perché sono italiano e sono quasi come uno straniero in Italia”.

 

Re Salomone, da anni qui non si fa che parlare di cibo ma nessuno aveva mai raggiunto una simile consapevolezza. “Io mi ricollego alla tradizione italiana, che è stata lasciata andare: è rimasta ferma ai canoni della cucina italiana degli anni '60 e '70, con qualche leggera miglioria ma con pietanze pesanti, tanto che ormai sta cadendo in disuso”. Re Salomone, tu nella Bibbia esorti alla saggezza ed ecco, dopo tanti cuochi vanesi, ebbri di televisione, un cuoco saggio: “A me il concetto di rivisitazione non piace, preferisco quello di attualizzazione: cerco di attualizzare i piatti semplicemente proponendoli in una maniera più intelligente, leggera, eliminando il superfluo”. Prego affinché Canzian riesca a salvare l'ossobuco.

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