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A tavola peggio del Natale c’è solo il Capodanno

Camillo Langone
Per disonorare i padri il 25 dicembre c’è soltanto il panettone, mentre stasera l’armamentario del traditore della patria è ricchissimo e ben più esotico. Prendi i cenoni degli chef
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A tavola peggio del Natale c’è solo il Capodanno. Per disonorare i padri il 25 dicembre c’è soltanto il panettone, mentre stasera l’armamentario del traditore della patria è ricchissimo e ben più esotico. Prendi i cenoni degli chef: Enrico Bartolini servirà “capesante e caviale, mandorle e finger lime” (sarebbe caviale di limone però nei ristoranti Michelin si vergognano della lingua italiana); Cristina Bowerman, che ha la diserzione nel cognome, “torcione di foie stagionato e chutney di mango”; Antonino Cannavacciuolo “fegato grasso con salsa al Banyuls” (non c’erano vini in Piemonte per fare salse?); Giancarlo Perbellini “tempura in versione Perbellini” (ma chiamala frittura, se hai coraggio!); Gianfranco Vissani “anatra alla pechinese alle bacche di gelsomino”, come se di cinesi in Italia non ce ne fossero già abbastanza… Finisco con Massimo Bottura che a Modena porterà in tavola “un primo che unisce la nostra tradizione con la cucina orientale: ravioli cotti a vapore con ripieno di gallina e gamberi con lo zenzero, una bella contaminazione per unire la gente che arriva da tutto il mondo”. Il nostro chef più adulato è pertanto un immigrazionista e un caso già previsto, tanti anni fa, da Alberto Savinio: “Per gli animi semplici, l’oriente è la terra dei misteri”. Ormai solo un piatto di lenticchie ci può salvare.
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