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Di Licio Gelli conoscevo solo la sua cortesia e la saggezza dei consigli

Camillo Langone
Credo nella giustizia divina, non in quella umana, pertanto di Licio Gelli non so nulla salvo la sua cortesia quando lo intervistai a Villa Wanda e la saggezza dei consigli esistenziali contenuti in suo libro ormai fuori commercio.
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Credo nella giustizia divina, non in quella umana, pertanto di Licio Gelli non so nulla salvo la sua cortesia quando lo intervistai a Villa Wanda e la saggezza dei consigli esistenziali contenuti in suo libro ormai fuori commercio, “Come arrivare al successo”: “Anche se il marito avesse qualche colpa sul piano sentimentale, anche avesse avuto un’avventura, la moglie deve essere tanto intelligente da fingere di non sapere nulla e continuare a fare il proprio dovere, ed essere addirittura più utile e disponibile. E’ l’unico modo per salvare un rapporto, un amore, una famiglia”. In Gelli c’erano evidenti ambiguità e millanterie, fuori dalla massoneria non credo meritasse il titolo di grande maestro, più assegnabile a Costanza Miriano che vent’anni dopo sviluppò analoghi concetti portando l’ubbidienza domestica in prossimità della mistica. Ma piccolo maestro di vita senz’altro lo era: “Se la donna aggredisce, tormenta o anche solo punzecchia il marito a causa di una scappatella, finisce per ottenere l’esatto opposto di ciò che vuole”.
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