(foto Ansa)

giustizia

Tensioni in Aula sul decreto carceri, approvato alla Camera

Redazione

La norma che era già stata approvata alla Camera ha ottenuto il via libera definitivo. L'incontro Nordio-Meloni e la protesta delle opposizioni. Asse maggioranza-centristi sulla revisione della custodia cautelare. Il pressing su Mattarella per la firma al ddl Nordio che abolisce l'abuso d'ufficio

Doveva essere una tranquilla giornata parlamentare pre pausa estiva, una delle ultime sessioni dei lavori d'Aula. E invece si è trasformata in un rimpallo di accuse tra maggioranza e opposizione, con momenti di tensione. Alla Camera ieri è stato defintivamente approvato il decreto carceri, la misura che introduce una serie di novità per cercare di arginare il sovraffollamento registrato negli istituti penitenziari italiani. Un testo che non esaurisce affatto la questione, tanto e vero che sempre ieri, durante la discussione a Montecitorio, il ministro della Giustizia Carlo Nordio si è recato a Palazzo Chigi per fare un punto con la premier Giorgia Meloni, i ministri Antonio Tajani e Giancarlo Giorgetti e il sottosegretario Alfredo Mantovano, proprio allo scopo di elaborare nuove proposte in materia. Proprio questo colloquio parallelo ha finito per indispettire le opposizioni, che hanno protestano in Aula per l'assenza del governo. 

Ma frizioni si sono vissute anche su punti specifici del decreto carceri. Come sull'ordine del giorno presentato dal deputato di Azione Enrico Costa, che mira a modificare i termini della custodia cautelare. Odg che, dopo una riformulazione, è stato votato anche dalla maggioranza (oltre che da Azione e Iv)  ma che dalle opposizioni è stato definito uno "scudo pro colletti bianchi". Fatto sta che sempre ieri, e sempre sulla giustizia, è iniziato una specie di pressing del governo affinché il ddl Nordio, approvato meno di un mese fa in Consiglio dei ministri e che, tra le altre cose, abolisce il reato di abuso d'ufficio, ottenga la controfirma del Quirinale. E' circolata l'ipotesi che l'approvazione possa essere accompagnata da una lettera con dei rilievi sul punto del capo dello stato. Ricostruzione che però è stato lo stesso Colle a smentire, sempre nella giornata di ieri.

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