La mia personale dichiarazione di non voto ai Fratelli d'Italia. Firmato: Tommasino Cupiello

Giuliano Ferrara

La soluzione per il 25 settembre me la offrono piazza del Popolo e Eduardo, insieme. Te piace ’o presepe? No, nun me piace

Come voterò io che da decenni mi batto contro la pietrificazione ideologica dell’antifascismo di marca azionista e la sua conversione in strumento politico mobilitante, con tutto il contorno di bassa propaganda e di deformazione storiografica che si sa? Io che non so la flat tax, potrei anche farmi venire dubbi sul gigantesco taglio fiscale thatcheriano del Lord Chancellor, il nero tutore della sterlina Kwasi Kwarteng, ma la crisi dello stato fiscale, dove a pagare siamo in pochi, e per ragioni ovvie, la vedo? Io che non disprezzo matrimonio e famiglia tradizionale, e casomai sorrido del facilismo con cui li si rimpiazza a colpi di fluidità varie? Io che dell’aborto, salvo la necessità di non trasformare questo giudizio in punizione, penso tutto il male umanamente possibile, e maledico il giorno in cui si è trasformato in un banale servizio sociale collettivo mascherato da diritto della persona? Io che non capisco come ci si possa scandalizzare per la tutela dei corpi abortiti dal destino di riciclo come “rifiuti speciali ospedalieri” oggi loro assegnato? Io che detesto le idolatrie e retoriche ambientaliste e climatologiche, e intravedo dietro alle urla apocalittiche e ai diritti invocati della madre Terra  lo spirito reazionario più che conservatore dei nemici poco sottili della civilizzazione occidentale, la nuova setta della cancel culture e del politicamente corretto? Io che quando sento salutare “tutte e tutti” mi viene voglia di togliere il saluto a “tutte e tutti”? Io che non ho niente, anzi, contro il fatto che sia una donna per la prima volta a manovrare le leve complicate e limitate del potere esecutivo da Palazzo Chigi, che quando ci lavoravamo chiamavamo a buon diritto, e beffardo, Palazzo Gigi? Io che non ho pregiudizi né di sostanza né di facciata contro il presidenzialismo, la prima scelta di un padre costituzionale come Piero Calamandrei? Insomma io che, come direbbe il geniale Andrea Minuz, ho una storia di sinistra, solo che è di destra, e viceversa, come devo votare?

     

La soluzione per il 25 settembre me la offrono piazza del Popolo e Eduardo, insieme. Ho visto di sguincio in tv il nuovo sciame con le bandiere patriottarde di un partito patriottardo, e da buon patriota longanesiano ho pensato che il passaggio da Forza Italia, sublime imitazione calcistica della politica calcificata, a Fratelli d’Italia, calco mimetico dissacrante dell’inno nazionale, è una degradazione del tricolore nella mischia dei cosiddetti insostenibili “valori”. Mi sono fidato di tante sublimi fesserie, questa me la voglio perdere. Dicono che sull’invasione russa dell’Ucraina, sulle minacciose paranoie degli autocrati fautori delle democrazie illiberali cosiddette, dicono che su questo stanno dalla parte giusta, giurano e spergiurano su Nato e Unione europea, e lei, la nuova Dea, si propone come un politico mainstream, si dice così, del quale non ha senso dubitare.

     
Oggi poi i polacchi si portano, hanno aperto le loro case a milioni di profughi della guerra di Putin. Dunque dovrebbero anche essere il giusto umanitari, accoglienti e non rancidi come si mostrarono nel 2018. Poi però c’è quel roboante Risollevamento dell’Italia che sa di Maga, di Bannon, di ingegneristica del caos. Ci sono i toni fondamentalisti di un indimenticato comizio andaluso che sono anche peggio dei correttismi. C’è tutta una storia minore, che minore è destinata a restare, di mancata formazione di una classe dirigente attendibile e seria. E allora, dopo Minuz, arriva in soccorso Eduardo De Filippo. Te piace ’o presepe? No, nun me piace ’o presepe. È il voto di Tommasino Cupiello.       

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.