La Champions Trust

Non è ancora Concorrenza. Dopo i bagnini arrivano i tassisti (e li difende la sinistra)

Carmelo Caruso

Approvato al Senato, il disegno di legge passa alla Camera per essere discusso. Qui è il turno della nuova lobby: i tassisti. Questa volta, oltre alla destra, c'è la sinistra di Cgil e Leu. E pure il Pd potrebbe fare ostruzione

Approvato! Un successo! Il ddl Concorrenza è passato! Illusi, candidi, anime buone. Compratevi delle scarpe comode e quando accadrà scacciate Satana-Monopolio con il Vangelo secondo Luigi (Einaudi, Prediche inutili). Dopo i bagnini è pronta a scatenarsi una nuova ed eterna categoria. I tassisti. Minacciano lo sciopero, “A piedi! A piedi!” e di fare saltare (ancora) la legge con l’aiuto dell’onorevole s-concorrente, il Mazzarò di Verga: “Roba mia, vientene con me”. Pensavamo pure noi che fosse finita al Senato con l’approvazione del testo (180 voti a favore e 26 contrari).  L’emendamento sui balneari (riformulato) alla fine era stato accettato pure dai campieri con il secchiello, i bagnini. La bozza era stata riposta nel cestino della carta. E’ stato un chiaro caso di imprudenza. L’abbiamo recuperata in tutta fretta perché c’è una novità. Il testo passa adesso alla Camera dove sta per cominciare il secondo tempo della finalissima di Coppa Concorrenza, la “Champions Trust” fra “liberali” (blancos) e “latifondisti” (forcones). Questa è la “fogliocronaca”.


Come abbiamo scritto, in queste settimane, i primi quarantacinque minuti della finalissima di Coppa Concorrenza, questa partita che sta opponendo il governo e il centrodestra, blancos contro forcones, si è chiusa con un risultato netto a favore dei blancos (allenatore Francesco Giavazzi). A nulla era infatti valso l’assedio dei forcones, allenati dal senatore della Lega, Paolo Ripamonti, uno che ha avuto una carriera lampo da allenatore-parlamentare. E' uno che si crede Stefano Pioli, l’allenatore che con il Milan ha appena vinto lo scudetto.

 

Ripamonti è il vicepresidente della commissione Industria del Senato, dove, su mandato dello sceicco Matteo al-Salvini, il proprietario della squadra dei forcones, ha dato “filo da torcere” ai blancos. Era finita 2-0 a favore dei blancos. Questi i marcatori: il sottosegretario dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto Fratin (che ha segnato in rovesciata sulla questione più spinosa “l’indennizzo”) e il ministro Federico D’Incà, che ha finalizzato il pressing asfissiante del soprasegretario Roberto Garofoli (maglia numero 7 dei blancos). Il risultato, rotondo, aveva insomma fatto abbandonare la tribuna anzitempo. Ma, proprio sotto il tunnel d’uscita, ecco che scoppia il primo mortaretto. Il governo, e siamo seri, ha capito che non è finita quando i cellulari, primo petardo, si sono riempiti di questi messaggi: “Ovviamente stralcerete l’articolo sui tassisti. E’ vero, no?”.

 

Martedì arrivano pure le prime note delle sigle sindacali. Questa è quella di Nicola Di Giacobbe, della Filt-Cgil: “Se il governo non stralcia l’articolo 8 del ddl Concorrenza, siamo pronti alla mobilitazione generale”. Quando abbiamo scritto “secondo tempo” di questa finalissima, non lo abbiamo fatto solo per celia. C’è una ragione. Il testo della Concorrenza è così vasto che si è scelto di dividere gli argomenti. Al Senato è stata discussa la parte che riguardava quelli che abbiamo definito, poco sopra, i campieri con il secchiello, vale a dire i bagnini. Alla Camera, dove da poche ore il testo è stato trasmesso, si è invece stabilito di approfondire gli articoli che riguardano i “servizi pubblici locali e trasporti” e i trasporti non di linea. Vale a dire taxi e Ncc. L’articolo che riguarda i tassisti è l’articolo 8 e al governo prevedono che sarà il “new balneari”.

 

Le licenze dei taxi vengono gestite dai comuni e le poche volte che si è provato ad aumentarle di numero c’è mancato poco che si riunisse il Comitato per la sicurezza della repubblica. E’ dal 2019 che si cerca di regolamentare il settore. Esiste pure una norma cornice ma come spesso accade a mancare sono i decreti attuativi. E’ come possedere l’auto ma senza i pneumatici. Dunque non è vero che esiste. È virtuale. Ma è proprio in nome di quella norma, del 2019, che il grande sabba potrebbe sollevarsi e sorprenderci. Perché lo chiamiamo sabba, un’orgia di forcones? Perché insieme alla destra, Lega e parte di Forza Italia, che della concorrenza ha un’idea tutta sua, sottosopra, questa volta a prendere le difese dei tassisti ci sarebbe anche la sinistra.

 

Della Cgil si è detto. Ma non solo. Un segno? Stefano Fassina (Leu) che è simpatico, ma non certo un blancos, ha già fatto sapere: “La riforma dei taxi non si fa sulla pelle dei lavoratori”. E quale sarebbe questa violentissima rappresaglia, questo articolo machete che devasta la pelle dei lavoratori? Vediamolo. Articolo 8: “Adeguamento dell'offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l'interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”. E’ quanto il mercato ha già fatto e, bisogna dare atto, pure i tassisti di Roma. Ne ha scritto, e sul Foglio, Maria Carla Sicilia. In pratica, Uber e itTaxi hanno scelto di utilizzare la stessa piattaforma per due. Una domanda a questo punto: ma a nome di chi parlano i forcones Cgil-Leu? Sul servizio pubblico locale, non lo hanno ancora detto, ma il Pd lo avrebbe già fatto sapere: ha delle perplessità. Quest’anno l’Italia è fuori dai Mondiali di calcio ma possiamo appassionarci e tifare i blancos contro i forcones. E’ una partita da vincere e dura già da un secolo. Serve un’altra “mano di Dio” per vendicare Luigi Einaudi e per iniziare davvero a giocare. Scriveva Einaudi: “Perché ci sia vero mercato, occorre  che le due parti siano libere di non mettersi d'accordo”. Si chiama “mercato”. Solo allora la partita comincia. Palo!

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio