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La dad è di sinistra

Salvatore Merlo

Letta, succube di Emiliano e De Luca, lascia che siano il Tar (e Draghi) a difendere la scuola

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Accogliendo un ricorso del governo Draghi, il Tar della Campania ieri ha bloccato Vincenzo De Luca, ha consentito la riapertura regolare degli istituti scolastici, e ha vinto (per ora) quella battaglia che il Pd rinuncia a combattere contro il gruppo di fuoco che a sinistra, tra Michele Emiliano, la Cgil, e ovviamente De Luca, da settimane si batte per la Dad.  Insomma è stato il Tar, un tribunale, e non Enrico Letta – che ieri se l’è cavata con un salomonico (o pilatesco?) “finché si può la scuola deve rimanere aperta, ma non è  che la scuola sta aperta contro tutto e tutti” – a fermare la sinistra che si batte contro l’istituzione che incarna la mobilità sociale, quella cosa    che davvero tiene in piedi la democrazia anche per il solo fatto di offrire  a chiunque l’opportunità  di dare scacco al destino in maniera molto più efficace, sebbene meno demagogica,  del Reddito di cittadinanza e di altre corbellerie populiste. 

 
Il 4 dicembre Letta aveva voluto simbolicamente far seguire la prima delle sue agorà democratiche da una visita alla scuola di Barbiana. E infatti poiché don Milani rientra tra le sue letture, il segretario del Pd forse ricorderà questo passaggio della famosa lettera a una professoressa: “A Barbiana tutti i ragazzi andavano a scuola dalla mattina presto fino alla sera tardi, estate e inverno”. La scuola, sapeva  Don Milani, non è soltanto il bene primario di una nazione, ma è il tempio attorno al quale si organizza qualsiasi comunità. Anche   Cristo faceva scuola ai suoi discepoli. E, si parva licet, una delle intuizioni di Letta è stata proprio quella di fondare, nel 2015, una cosa che si chiama “Scuola di Politiche”. Persino nel Paleolitico, senza scuola, l’uomo primitivo non avrebbe potuto imparare né a cacciare né a difendersi dagli animali. La scuola è  il luogo forse non di tutte le risposte, ma certamente  di tutti gli interrogativi: come si trasforma quel pezzo di selce in una punta di lancia? Non è  certo un caso che in nessun altro dei paesi cosiddetti civili, Germania, Francia, Olanda, Inghilterra, le scuole siano state chiuse in questi tempi di pandemia: la scuola  è infatti  il sistema di aprirsi al mondo per stare al mondo. 

 
E allora il silenzio del Pd, che lascia addirittura al Tar e a Mario Draghi (“Emiliano ha appena detto d’essere sempre draghiano anche se poco convinto”) il compito di difendere la scuola dai talebani della Dad, questo mutismo del partito il cui leader è stato professore a Parigi, a Sciences Po,  denuncia il malessere e il disagio della sinistra    dinanzi ai suoi due governatori e al suo sindacato,  degenerati in asinelli sapienti: il populismo meridionale di De Luca ed Emiliano, gli Achille Lauro di sinistra, tanti voti in tasca e parecchie cozze pelose nella vasca da bagno, e l’involuzione della Cgil che confonde i presunti diritti dei professori con i veri delitti ai danni dei ragazzi.    Isolare e smentire i nemici della scuola sarebbe la vera grande riforma verso la civiltà, molto più importante del super bonus edilizio e del ddl Zan,  molto più significativa dell’elezione del presidente della Repubblica. La scuola ha bisogno di edifici, di aule,  di strumenti di didattica, di un nuovo sistema di stipendi, di un piano di trasporti sicuro (vero ministro Bianchi?). A Bari una preside intraprendente, e non lamentosa, ha acquistato filtri per purificare l’aria. E invece quelli che fanno? Vogliono chiuderla, la scuola.

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