Clemente Mastella (Ansa)

Rieletto a Benevento

"Così Salvini e Meloni condannano il centrodestra alla sconfitta". Parla Mastella

Ruggiero Montenegro

"Hanno emarginato politicamente il Cav. Il Leghista fa delle semi battaglie, tutte con ritirata e scarsi risultati. La leader di Fratelli d'Italia fa l'oltranzista. Si rincorrono i No e nì vax. In questo modo non si va nessuna parte", dice il sindaco campano, subito dopo la riconferma

“Hanno fatto una squadra tutta contro di me e contro il popolo, un’arca di Noè in cui si sono ritrovati destra, fascisti, massoni, Pd ed estrema sinistra. Una congiura di odiatori seriali. Ma io sono andato dritto per la mia strada, ho fatto la mia battaglia, perché Benevento non diventasse Malevento. E devo dire: bene così, sono contento”. Non fa sconti Clemente Mastella, subito dopo la fine dello spoglio che lo ha riconfermato sindaco del capoluogo campano, è un fiume in piena dopo aver ottenuto il 52,68 per cento dei voti contro Luigi Diego Perifano, il candidato del Pd e del centrosinistra, che in vista del ballottaggio aveva ricevuto l’appoggio, “di fatto”, di Rosa De Stasio, sostenuta dal partito di Giorgia Meloni al primo turno. 

Ma non è bastato a fermare l’ex ministro del lavoro durante il governo Berlusconi I e poi della Giustizia con il Prodi II, forte anche di un’affluenza che sfiora il 60 per cento, ben oltre il 44 per cento della media nazionale, che testimonia la capacità di mobilitazione del politico nato a Ceppaloni. E sbollita la tensione dello scrutinio, tra un brindisi e un collegamento televisivo, il sindaco ne ha per tutti. A partire dalla sinistra: “È stata una campagna elettorale che non si era mai vista, dai toni agli atteggiamenti perfidi, le crudeltà sul mio conto. Un ibrido ideologicamente immorale. E mi dispiace che Enrico Letta sia venuto qui, a condire tutto questo”.

 

Ma è per le forze di destra, che in questa tornata elettorale hanno mostrato tutti i propri limiti, che Mastella riserva le parole più dure. Il primo problema arriva dall’alto, riguarda i personalismi e le beghe tra i leader, con ricadute sul territorio: “Non si può discutere di chi fa il premier, senza prima avere il consenso. La lotta non può essere interna alla coalizione”, spiega al Foglio, prima di individuare le responsabilità, chiamandole per nome e cognome: “Matteo Salvini fa delle semi battaglie, tutte con ritirata e scarsi risultati. Mentre Giorgia Meloni fa l’oltranzista. Si rincorrono i No vax, i nì vax e quant’altro, senza preoccuparsi di creare una classe dirigente”. E i risultati (non) si vedono, e non solo a Benevento.

In questo senso, emerge nel ragionamento di Mastella tutta la miopia delle scelte di Lega e Fratelli d’Italia: “Silvio Berlusconi ha un’intelligenza politica naturale e lo hanno politicamente emarginato. La politica ‘orbanista’ non appartiene alla nostra cultura. Ma così non si va da nessuna parte e la gente se ne accorge”. E non è un caso allora se in questa tornata elettorale il centrodestra si sia dimostrato competitivo, o vincente  come a Trieste o in Calabria, quando ha fatto valere il peso di Forza Italia. 

 

Un passaggio che il primo cittadino appena riconfermato sottolinea con enfasi, con un pizzico di rammarico e un po’ di ironia. Anche perché, “non è che l’alleanza tra Pd, che qui mi ha fatto la guerra, e Movimento 5 stelle ce la invidino in tutto il mondo. E Leu vale quel che vale”. Come a dire che lo spazio per agire diversamente c’era, ma sono state fatte le scelte sbagliate, con la prospettiva ora di consegnare le chiavi del paese a un centrosinistra non irresistibile. O comunque di agevolarne il compito, mentre si avvicinano scadenza importanti. “Questo lo vedremo, le elezioni politiche seguono comunque altre logiche”, ci tiene a chiarire Mastella, che delinea già le prossime mosse, quasi un nuovo manifesto politico, dal locale al nazionale: “Credo che faremo belle cose a Benevento in questi prossimi 5 anni. Ma anche da sindaco – conclude – mi impegnerò a creare le condizioni per un grande centro, che poi è quello di cui il paese ha bisogno”.