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editoriali

Fare i conti con l’immobilismo

redazione

Responsabilità è anche velocità. La lezione di Draghi alla Corte dei conti

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Mario Draghi ha fatto ieri un altro discorso programmatico. Non per chiedere la fiducia del Parlamento, ma per chiedere che si proceda nella realizzazione dei progetti di Next Generation Eu con “fiducia tra istituzioni e persone che le compongono” e “responsabilità nei confronti dei cittadini”, perché “per la prima volta in tanti anni lo stato si trova a poter fare investimenti significativi con il solo vincolo che siano fatti bene”. Draghi parlava all’apertura dell’anno giudiziario della Corte dei conti. Ha avvertito, evidentemente, la necessità di rivolgersi proprio ai giudici contabili per ricordare, se ne è detto “fermamente convinto”, quanto sia importante la loro funzione di controllo, ma, poi ha aggiunto, di considerare fondamentale, e “con la stessa fermezza”, che tale controllo sia rapido, perché non perda efficacia e perché “i tempi straordinari che stiamo vivendo lo richiedono”.

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Mario Draghi ha fatto ieri un altro discorso programmatico. Non per chiedere la fiducia del Parlamento, ma per chiedere che si proceda nella realizzazione dei progetti di Next Generation Eu con “fiducia tra istituzioni e persone che le compongono” e “responsabilità nei confronti dei cittadini”, perché “per la prima volta in tanti anni lo stato si trova a poter fare investimenti significativi con il solo vincolo che siano fatti bene”. Draghi parlava all’apertura dell’anno giudiziario della Corte dei conti. Ha avvertito, evidentemente, la necessità di rivolgersi proprio ai giudici contabili per ricordare, se ne è detto “fermamente convinto”, quanto sia importante la loro funzione di controllo, ma, poi ha aggiunto, di considerare fondamentale, e “con la stessa fermezza”, che tale controllo sia rapido, perché non perda efficacia e perché “i tempi straordinari che stiamo vivendo lo richiedono”.

 

E’ una innovativa chiamata a rompere schemi consolidati e paralizzanti. Draghi è stato molto esplicito nel citare la “fuga dalla firma” e cioè l’effetto micidiale per i funzionari pubblici e per i loro uffici del quadro legislativo che ne disciplina l’azione, insieme di regole “arricchito” (parola usata ironicamente da Draghi) di “norme complesse, incomplete e contraddittorie e di ulteriori responsabilità anche penali”. Ora, ha detto il presidente del Consiglio, “bisogna andare oltre le schermaglie normative” e lavorare per un “solido rapporto di collaborazione tra le istituzioni”. “Alcuni interventi normativi adottati la scorsa estate hanno affrontato purtroppo in maniera temporanea queste criticità”, ha detto ancora Draghi ricordando uno dei decreti estivi intestati alle semplificazioni. Allora lo slogan era stato “basta paura, conviene sbloccare”. Buone intenzioni, ma non ha funzionato. Ora si prova con la collaborazione e la consulenza, per togliere la paura anche dagli slogan e dagli hashtag.

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