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editoriali

Confindustria, che figura

redazione

Il caso Gualtieri, l’asse che non si vede con Draghi e Bonomi peso piuma

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Confindustria, in passato, ha sostenuto governi e piazzato persone nei ministeri giusti. A volte otteneva il risultato pieno, altre volte falliva, più spesso doveva accontentarsi di mediazioni, più o meno sapientemente condotte. Tutto normale ed esattamente nei compiti di una associazione pro business e in più titolare del mandato negoziale e del potere di firma per la gran parte dei contratti nazionali di lavoro nel settore privato. Mai se ne è saputo, dei sostegni ai governi e dei legami con ministri e altri politici, più di quanto fosse politicamente ragionevole e logico immaginare o dedurre. Mai era successo che in pochi giorni si svelassero le carte di questo gioco e, in più, che si prendesse una tranvata pubblica sul nome di un ministro.

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Confindustria, in passato, ha sostenuto governi e piazzato persone nei ministeri giusti. A volte otteneva il risultato pieno, altre volte falliva, più spesso doveva accontentarsi di mediazioni, più o meno sapientemente condotte. Tutto normale ed esattamente nei compiti di una associazione pro business e in più titolare del mandato negoziale e del potere di firma per la gran parte dei contratti nazionali di lavoro nel settore privato. Mai se ne è saputo, dei sostegni ai governi e dei legami con ministri e altri politici, più di quanto fosse politicamente ragionevole e logico immaginare o dedurre. Mai era successo che in pochi giorni si svelassero le carte di questo gioco e, in più, che si prendesse una tranvata pubblica sul nome di un ministro.

 

E’ capitato tutto, in pochi di questi giorni sconvolgenti, a Carlo Bonomi. Prima con Roberto Gualtieri, indicato in diretta tv come artefice dei successi italiani in Europa e perciò ministro da tenere a tutti i costi. L’idea, forse, era di fare un dispetto a Giuseppe Conte, sfilandogli dal cv i risultati in Europa. Ma, volendo troppo, i confindustriali si sono ritrovati con nulla in mano (il punto non è la difesa di Gualtieri, tra l’altro fuori tempo massimo, ma la non considerazione assoluta di Draghi) e con il sostegno a un ministro uscito lui stesso in buon ordine di fronte al mutato quadro politico. Poi, forse per recuperare, ecco la corsa sul carro del nuovo governo e la dichiarazione di “sostegno” da parte di Confindustria a favore della compagine di Mario Draghi. Correzione di rotta fatta con troppo entusiasmo e, a sua volta, sbagliata. L’associazione degli industriali è una controparte del governo e soprattutto lo è dei sindacati. Benissimo la concertazione, rilanciata da Draghi, e le suggestioni del vecchio “fare sistema” montezemoliano. Ma non bisogna uscire dai ruoli, perché poi si stona e anche il lavoro negoziale ne viene danneggiato, e, cosa ancora peggiore, se ne accorgono tutti. Non proprio una grande figura per Confindustria.

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