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editoriali

Boccia e il mercato delle vacche valdostane

redazione

Come barattare l’impugnativa contro la legge regionale per la fiducia a Conte

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In Parlamento in questi giorni ci sono state frenetiche trattative fra partiti di maggioranza e piccole forze politiche o singoli senatori per rafforzare i numeri a sostegno del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Si è trattato di trattative più o meno nobili, che come spesso accade in politica hanno mescolato princìpi e legittimi interessi o ambizioni politiche individuali. La politica nelle democrazie rappresentative è anche questo e non c’è nulla di cui scandalizzarsi se nelle contrattazioni rientrano anche posti in lista o nel governo. E’ più preoccupante se, invece, diventano merce di scambio nelle negoziazioni per far sopravvivere il governo provvedimenti che riguardano il contrasto alla pandemia e i paletti costituzionali alle competenze di stato e regioni.

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In Parlamento in questi giorni ci sono state frenetiche trattative fra partiti di maggioranza e piccole forze politiche o singoli senatori per rafforzare i numeri a sostegno del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Si è trattato di trattative più o meno nobili, che come spesso accade in politica hanno mescolato princìpi e legittimi interessi o ambizioni politiche individuali. La politica nelle democrazie rappresentative è anche questo e non c’è nulla di cui scandalizzarsi se nelle contrattazioni rientrano anche posti in lista o nel governo. E’ più preoccupante se, invece, diventano merce di scambio nelle negoziazioni per far sopravvivere il governo provvedimenti che riguardano il contrasto alla pandemia e i paletti costituzionali alle competenze di stato e regioni.

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Nei giorni scorsi, tra gli incerti a Palazzo Madama, c’era il senatore dell’Union Valdôtaine Albert Lanièce che “dopo profonda riflessione”, ha poi annunciato: “Voterò la fiducia al governo”. E Lanièce comunica che ha preso questa decisione “alla fine di una lunga giornata di trattative, sul filo di lana, è arrivato un importante risultato per il bene della Valle d’Aosta e dei valdostani”. Di cosa si tratta? A far pendere l’ago della bilancia verso Conte è stato l’annuncio da parte del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia del ritiro dell’impugnativa alla Corte costituzionale contro la legge regionale sulle riaperture. A dicembre la Valle d’Aosta aveva approvato una legge che consentiva di adottare misure anti Covid meno restrittive rispetto a quelle stabilite dal governo, adottando un principio opposto a quello stabilito dai decreti di emergenza (ovvero che le regioni possono imporre solo restrizioni ulteriori). Boccia si era scagliato contro la legge valdostana e il governo l’aveva impugnata ottenendo una sospensione in via d’urgenza da parte della Consulta, perché la legge potrebbe comportare il rischio di un “irreparabile pregiudizio all’interesse pubblico” e “per la salute delle persone”. Ora, per convincere Lanièce, Boccia ha messo sul piatto della bilancia il ritiro della sospensiva, l’interesse pubblico e la salute delle persone. Molto meglio il mercato delle vacche che quello dei princìpi costituzionali.

 

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