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editoriali

Barca e l’assalto trumpiano al Campidoglio

redazione

La disuguaglianza non spiega tutto, la redistribuzione non è sempre la risposta

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Compagni che sbagliano? L’ex ministro Fabrizio Barca, se non ha pronunciato una sentenza di assoluzione politica, quantomeno ha riconosciuto le attenuanti generiche ai manifestanti trumpiani che l’altra sera hanno assalito e occupato Capitol Hill. Ecco cosa ha twittato in presa diretta: “Scene che ci fanno riflettere su estrema fragilità democrazia Usa. Ma, attenzione, è un segnale per tutte le democrazie. A quale risentimento arriva un popolo colpito da enormi disuguaglianze, che non crede più che esista un’alternativa. E lo spazio che ciò apre all’autoritarismo”. Barca è intervenuto a più riprese per chiarire che non intendeva giustificare i manifestanti di Washington ma solo capire le ragioni per cui quasi metà del paese si identifica in un “essere imbarazzante” e un “mascalzone” come Trump. L’ex ministro insiste che la causa del problema vada cercata nelle disuguaglianze (non solo “di reddito” e “di ricchezza” ma anche “di riconoscimento”). Eppure, ci sono almeno due contraddizioni che vanno al di là degli aggiustamenti di tiro.  

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Compagni che sbagliano? L’ex ministro Fabrizio Barca, se non ha pronunciato una sentenza di assoluzione politica, quantomeno ha riconosciuto le attenuanti generiche ai manifestanti trumpiani che l’altra sera hanno assalito e occupato Capitol Hill. Ecco cosa ha twittato in presa diretta: “Scene che ci fanno riflettere su estrema fragilità democrazia Usa. Ma, attenzione, è un segnale per tutte le democrazie. A quale risentimento arriva un popolo colpito da enormi disuguaglianze, che non crede più che esista un’alternativa. E lo spazio che ciò apre all’autoritarismo”. Barca è intervenuto a più riprese per chiarire che non intendeva giustificare i manifestanti di Washington ma solo capire le ragioni per cui quasi metà del paese si identifica in un “essere imbarazzante” e un “mascalzone” come Trump. L’ex ministro insiste che la causa del problema vada cercata nelle disuguaglianze (non solo “di reddito” e “di ricchezza” ma anche “di riconoscimento”). Eppure, ci sono almeno due contraddizioni che vanno al di là degli aggiustamenti di tiro.  

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Primo: mercoledì sera la democrazia americana ha dimostrato forza, non debolezza. L’invasione del Congresso, seguita alla vittoria dei democratici in Georgia dove era in ballo il controllo del Senato, non ha impedito di ratificare l’elezione di Joe Biden, spingendo anzi molti repubblicani a prendere finalmente le distanze dal presidente uscente. Secondo: ammesso che le disuguaglianze siano all’origine del malessere populista, non è affatto ovvio che la soluzione sia quella implicitamente richiamata da Barca, cioè redistribuzione e spesa pubblica. Anzi: questo è proprio ciò che quella mezza America teme e contro cui si mobilita. Disagio e risentimento sociale sono fenomeni complessi che vanno compresi. Barca & Co. prescrivono però  la stessa terapia per qualunque patologia: vorrebbero cioè che tutti i paesi trattassero tutto il paese come l’Italia tratta il suo Mezzogiorno. Non si accorgono che la cura non solo non funziona, ma rischia di esacerbare il male.

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