PUBBLICITÁ

editoriali

Brava Rep. su Giulio Regeni

redazione

Il quotidiano dedica molto spazio al caso internazionale, com’è giusto che sia

PUBBLICITÁ

Brava Repubblica, perché ieri ha dedicato la seconda e la terza pagina, più un pezzo molto in evidenza sulla prima pagina, al trucchetto giudiziario che l’Egitto sta tentando di attuare per sbarazzarsi di ogni responsabilità nel caso di Giulio Regeni. Il ricercatore italiano fu trucidato quasi cinque anni fa ormai, dopo essere stato sequestrato e torturato da uomini che – secondo la procura di Roma – fanno parte dei servizi di sicurezza egiziani. E quindi brava Repubblica perché, dalla sua posizione di piattaforma media molto letta in Italia, getta il proprio peso in questa faccenda che rischia sempre di sbiadire e di scivolare via dall’attenzione nazionale, come di certo sperano in Egitto.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Brava Repubblica, perché ieri ha dedicato la seconda e la terza pagina, più un pezzo molto in evidenza sulla prima pagina, al trucchetto giudiziario che l’Egitto sta tentando di attuare per sbarazzarsi di ogni responsabilità nel caso di Giulio Regeni. Il ricercatore italiano fu trucidato quasi cinque anni fa ormai, dopo essere stato sequestrato e torturato da uomini che – secondo la procura di Roma – fanno parte dei servizi di sicurezza egiziani. E quindi brava Repubblica perché, dalla sua posizione di piattaforma media molto letta in Italia, getta il proprio peso in questa faccenda che rischia sempre di sbiadire e di scivolare via dall’attenzione nazionale, come di certo sperano in Egitto.

PUBBLICITÁ

 

L’omicidio Regeni non è soltanto un caso internazionale da sistemare per questioni enormi di giustizia e di trasparenza e per onorare una famiglia colpita dalla tragedia e la memoria di un innocente ammazzato. E’ anche un caso di interesse nazionale perché è nell’interesse di tutti gli italiani che un episodio così orrendo sia chiarito e sia punito.

 

PUBBLICITÁ

Se nei paesi con i quali intratteniamo ottimi rapporti politici e commerciali si comincia a pensare che massacrare italiani sia un’attività a costo zero, nessuno sarà più tranquillo all’estero. Se invece c’è un prezzo politico e giudiziario da pagare, se le teste dei servizi di sicurezza saltano anche se si credevano al riparo della burocrazia autoritaria del Cairo, se alla fine i responsabili sono individuati e processati, allora è un guadagno enorme per l’interesse nazionale dell’Italia. Questa è realpolitik: fare in modo che gli scagnozzi del servizio di sicurezza egiziani debbano rispondere di quello che fanno a un cittadino italiano. Chi non s’impunta è perduto.

 

Alcuni, soprattutto tra i sovranisti, pensano che invece sarebbe meglio lasciar perdere per non mettere a repentaglio il rapporto con il presidente Abdel Fattah al Sisi. Ma ottenere giustizia sul caso Regeni non farà crollare l’Egitto, farà soltanto finire in cella alcuni agenti, e probabilmente qualche loro dirigente, che saranno sostituiti il giorno dopo.

 

PUBBLICITÁ