ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO 

passeggiate romane

Il Pd pronto a rassegnarsi a Calenda. Per il dopo Salini si cerca fuori dalla Rai

Nel Pd sono certi che i 5 Stelle non riusciranno mai a far desistere la Raggi dal candidarsi. A quel punto per i dem non esisterebbero più problemi a sostenere il leader di Azione, il primo candidato a cui Zingaretti pensò addirittura un anno fa

Nel Pd sono molto preoccupati dalla piega che sta prendendo la situazione nei 5 Stelle. Sono lontani i tempi del dopo regionali (anche se era appena due mesi fa), quando dai grillini arrivavano messaggi per stabilire alleanze più stabili coi Dem. “Ora sono in un congresso permanente – spiega un dirigente Dem – hanno bisogno di ritornare alle origini, di essere più duri e puri di Di Battista. Vedrete che tornerà un clima molto conflittuale anche nel governo”.

 

 

Di questo nuova situazione potrebbe avvantaggiarsi Carlo Calenda. Nel Pd sono certi che i 5 Stelle non riusciranno mai a far desistere la Raggi dal candidarsi. Ed  a quel punto per i Dem non esisterebbero più problemi per candidare l’ex ministro dello Sviluppo economico, che fu il primo a cui Nicola Zingaretti pensò addirittura un anno fa.

 

La collaborazione con Forza Italia sul bilancio è saltata. Non si andrà oltre a qualche emendamento condiviso. “Abbiamo sprecato una grandissima occasione. Si sarebbe spaccato il centro destra. Sarebbe stata un’altra storia”, spiega un autorevole deputato Dem. E nelle chat che contano del Nazareno continuano a girare le frasi di un anonimo deputato leghista rilasciate ad un importante quotidiano nazionale in cui Di Maio veniva definito “San Di Maio” proprio per aver salvato il centrodestra dicendo no a qualsiasi dialogo strutturale con Forza Italia in Parlamento”. 

 

Non solo Di Maio. Fra i Dem sono in molti a pensare che oltre al capo dei grillini, anche il premier sia ben felice che non si sia concretizzato nessun rapporto parlamentare più stringente con Forza Italia. “Conte vede qualsiasi cambiamento, anche il più piccolo, come un pericolo per la sua poltrona”, spiega un Pd di lungo corso.

 

Vicende Rai: ormai, visti anche gli ultimi problemi (gestione della vicenda Morra in primis), nessuno difende più l’Ad Salini. I 5Stelle lo coprono solo d’ufficio, pronti a trattare su altre caselle importanti nello scacchiere della tv pubblica. Nel frattempo i Dem, stufi della gestione a Viale Mazzini, hanno designato in commissione Parlamentare di Vigilanza due “canacci” come Michele Bordo e Andrea Romano. 

 

Ma chi sostituirà Salini? Al Pd considerano alla stregua di un semplice “chiachericcio”  la nomina di Paolo Del Brocco, attuale Ad di Rai Cinema,  come prossimo capo di Viale Mazzini. “Ribadiamo per l’ennesima volta che il nuovo ad va scelto all’esterno. C’è bisogno di aria nuova in Rai”, spiega un autorevole deputato che sta seguendo la partita di Viale Mazzini.