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Editoriali

Il naufragio dei navigator

Redazione

Nel Rapporto annuale sul Rdc non c’è alcun dato sui posti di lavoro trovati

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In campagna elettorale e prima dell’approvazione del Reddito di cittadinanza si parlava solo di quello: le norme anti divano, i navigator, la app del Mississippi, l’incrocio di domanda e offerta, le tre proposte di lavoro… Le politiche attive, inizialmente, erano il perno della propaganda grillina e per guidare questa rivoluzione del mercato del lavoro Di Maio aveva voluto al vertice dell’Anpal proprio “l’inventore dei navigator”, Mimmo Parisi from Mississippi: il Rdc non è e non sarà “una misura di assistenzialismo”, bensì “il più grande investimento in capitale umano della storia d’Italia”, diceva l’allora ministro del Lavoro.

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In campagna elettorale e prima dell’approvazione del Reddito di cittadinanza si parlava solo di quello: le norme anti divano, i navigator, la app del Mississippi, l’incrocio di domanda e offerta, le tre proposte di lavoro… Le politiche attive, inizialmente, erano il perno della propaganda grillina e per guidare questa rivoluzione del mercato del lavoro Di Maio aveva voluto al vertice dell’Anpal proprio “l’inventore dei navigator”, Mimmo Parisi from Mississippi: il Rdc non è e non sarà “una misura di assistenzialismo”, bensì “il più grande investimento in capitale umano della storia d’Italia”, diceva l’allora ministro del Lavoro.

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Poi le politiche attive sono diventate il problema principale della rivoluzione grillina, sempre oggetto di critiche esterne ed interne: anche nel M5s erano sempre descritte come l’aspetto da “cambiare” o “migliorare”. Ora la cosiddetta fase 2, quella della riattivazione e dei nuovi posti di lavoro, semplicemente non esiste. Nel primo “Rapporto annuale sul Reddito di cittadinanza”, presentato nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, praticamente non se ne fa menzione. Nel dossier di 160 pagine, pieno zeppo di numeri, statistiche e tabelle sui percettori del sussidio, non c’è neppure un dato su quanti di questi abbiano trovato lavoro e in che modo.

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Nei mesi scorsi l’Anpal aveva fatto circolare dei dati su centinaia di migliaia di nuovi posti lavoro, senza mai specificare di che tipo di contratti si trattasse e se fossero stati trovati dai navigator o autonomamente dai percettori del sussidio. A questa mancanza di trasparenza, il ministero ha risposto con il buio totale: nessun dato. Eppure questo esperimento sta per finire: in primavera scadranno i contratti dei 3 mila navigator, assunti come co.co.co. e quindi come finti autonomi, e nessuno sa cosa succederà.

 

L’opinione pubblica e il Parlamento non hanno i dati per valutare cosa abbiano fatto e cosa ci sia da fare. Quasi sicuramente si arriverà a una stabilizzazione o, in sua assenza, a una causa del lavoro contro il ministero del Lavoro che i navigator vincerebbero. Sarebbe il degno epilogo di un fallimento annunciato.

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