Quota 19 mila contagi
Covid, governi e futuro: è ora di guarire dalla stagione dell'impazienza
E’ l’impazienza la ragione per cui l’occidente fatica a controllare il virus? L’ansia di dare alla pandemia una data di scadenza non ci permette di adattarci a un’epoca che vivremo a lungo. Stanchezza e speranze. Saggi a confronto, con vista lockdown
Siamo tutti alla ricerca di verità consolatorie, di soluzioni incoraggianti, di risposte definitive, di notizie rassicuranti, di notizie capaci di farci leggere il presente con uno spirito diverso da quello della fatica, della paura, del terrore, del panico, della tristezza e ovviamente dell’angoscia. Siamo tutti lì, ogni giorno, a cercare una qualche certezza sul futuro, una qualche anticipazione sul vaccino, una qualche notizia capace di non farci pensare troppo ai problemi quotidiani – e dunque al numero di contagi (ieri 19.143 nuovi casi), al numero di morti (ieri 91) – e capace invece di farci pensare un po’ più al futuro per provare a capire meglio quello che tutti ogni giorno proviamo a comprendere senza troppo successo: ok, le cose vanno male; ok, le cose potevano essere preparate meglio; ok, dovremo affrontare altri periodi di chiusura; ok, siamo disposti a fare quello che ci verrà detto; ok, ma alla fine quello che conta è solo una cosa: dannazione, ma quando finirà?
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- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.