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editoriali

Viva la nuova Terza camera dello stato

Redazione

Il rapporto Pd-Lega può cambiare grazie alla Conferenza stato-regioni

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Il Senato ha approvato lo scostamento di bilancio con l’astensione delle opposizioni, dimostrando di reggere anche in una votazione che richiedeva una maggioranza qualificata, mentre le opposizioni non hanno premuto sull’acceleratore per cercare di far cadere il governo. Sarebbe stato meglio se, vista la situazione critica, le opposizioni avessero votato a favore, comunque il loro atteggiamento dimostra che si rendono conto che una crisi al buio in questo periodo sarebbe un disastro per tutti. La funzione dell’esecutivo muta tendenzialmente, da alleanza politica, peraltro sempre in discussione, trasforma il suo mandato nel senso di un esecutivo d’emergenza con caratteri istituzionali. Se l’opposizione accetta la situazione può e deve trovare uno spazio di collaborazione riconosciuto. In realtà questo accade già; si riscontra nel rapporto tra stato e regioni (a maggioranza guidate da giunte di centrodestra) con l’effetto che la Conferenza stato-regioni si configura sempre più come una “Terza camera”. E’ in quella sede che di fatto si decidono i provvedimenti più rilevanti ed è interessante notare che anche i contrasti che si registrano non riflettono le divisioni tra maggioranza e opposizione parlamentari: il presidente delle regioni è del Pd ma esprime talora differenze con l’esecutivo corrispondenti alle esigenze sentite dalle amministrazioni locali e regionali. Dare un minimo di stabilità a questo contesto eccezionale è interesse di tutti, richiede moderazione da parte delle opposizioni, che in effetti non usano la loro preponderanza nelle regioni come clava contro l’esecutivo, e disponibilità al dialogo e riconoscimento dell’impegno unitario da parte dell’esecutivo. Per ora questa è una situazione di fatto, che non è stata formalizzata e forse non lo sarà mai, appunto perché è la conseguenza di una circostanza critica che, si spera, sarà provvisoria. Tuttavia va registrato il fatto che in Italia, nonostante polemiche spesso spropositate, c’è una sostanziale convergenza nella preoccupazione e nella ricerca di soluzioni razionali che coinvolge tutti. Non è così in tanti altri paesi europei, non è così in America, e di questo è giusto essere moderatamente soddisfatti.

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Il Senato ha approvato lo scostamento di bilancio con l’astensione delle opposizioni, dimostrando di reggere anche in una votazione che richiedeva una maggioranza qualificata, mentre le opposizioni non hanno premuto sull’acceleratore per cercare di far cadere il governo. Sarebbe stato meglio se, vista la situazione critica, le opposizioni avessero votato a favore, comunque il loro atteggiamento dimostra che si rendono conto che una crisi al buio in questo periodo sarebbe un disastro per tutti. La funzione dell’esecutivo muta tendenzialmente, da alleanza politica, peraltro sempre in discussione, trasforma il suo mandato nel senso di un esecutivo d’emergenza con caratteri istituzionali. Se l’opposizione accetta la situazione può e deve trovare uno spazio di collaborazione riconosciuto. In realtà questo accade già; si riscontra nel rapporto tra stato e regioni (a maggioranza guidate da giunte di centrodestra) con l’effetto che la Conferenza stato-regioni si configura sempre più come una “Terza camera”. E’ in quella sede che di fatto si decidono i provvedimenti più rilevanti ed è interessante notare che anche i contrasti che si registrano non riflettono le divisioni tra maggioranza e opposizione parlamentari: il presidente delle regioni è del Pd ma esprime talora differenze con l’esecutivo corrispondenti alle esigenze sentite dalle amministrazioni locali e regionali. Dare un minimo di stabilità a questo contesto eccezionale è interesse di tutti, richiede moderazione da parte delle opposizioni, che in effetti non usano la loro preponderanza nelle regioni come clava contro l’esecutivo, e disponibilità al dialogo e riconoscimento dell’impegno unitario da parte dell’esecutivo. Per ora questa è una situazione di fatto, che non è stata formalizzata e forse non lo sarà mai, appunto perché è la conseguenza di una circostanza critica che, si spera, sarà provvisoria. Tuttavia va registrato il fatto che in Italia, nonostante polemiche spesso spropositate, c’è una sostanziale convergenza nella preoccupazione e nella ricerca di soluzioni razionali che coinvolge tutti. Non è così in tanti altri paesi europei, non è così in America, e di questo è giusto essere moderatamente soddisfatti.

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