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editoriali

Recovery centrodestra

redazione

Segnali di una svolta: non votare contro la risoluzione sui fondi europei

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I partiti del centrodestra sembrano orientati a votare in favore del Recovery fund, che va in Aula oggi. Non è ancora chiaro se concorderà la risoluzione con la maggioranza o se lo farà con una propria risoluzione, ma questo attiene alla tattica parlamentare. Quel che conta è che, se alla fine lo farà, avrà compiuto un altro passo nel (troppo) lento avvicinamento a una visione più europeista. Matteo Salvini, pur lamentando di non essere stato ascoltato nel recente passato, afferma che “noi ci siamo, aspettiamo solo di essere coinvolti”. Se tutto finirà bene sarà anche un successo di Forza Italia, che pure in una fase di declino con segnali addirittura di dissoluzione ha tenuto fermo l’obiettivo di un centrodestra che non si estranei dal dibattito europeista contribuendo con posizioni costruttive.

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I partiti del centrodestra sembrano orientati a votare in favore del Recovery fund, che va in Aula oggi. Non è ancora chiaro se concorderà la risoluzione con la maggioranza o se lo farà con una propria risoluzione, ma questo attiene alla tattica parlamentare. Quel che conta è che, se alla fine lo farà, avrà compiuto un altro passo nel (troppo) lento avvicinamento a una visione più europeista. Matteo Salvini, pur lamentando di non essere stato ascoltato nel recente passato, afferma che “noi ci siamo, aspettiamo solo di essere coinvolti”. Se tutto finirà bene sarà anche un successo di Forza Italia, che pure in una fase di declino con segnali addirittura di dissoluzione ha tenuto fermo l’obiettivo di un centrodestra che non si estranei dal dibattito europeista contribuendo con posizioni costruttive.

 

D’altra parte mettersi a contestare la scelta europea di superare la visione troppo austera e ragionieristica del passato sarebbe un errore, oltre che un danno per la credibilità dell’Italia in un negoziato ancora complesso, come dimostrano le difficoltà che il Recovery registra nel Parlamento di Strasburgo. D’altra parte l’atteggiamento delle formazioni sovraniste europee, alle quali la Lega è sempre collegata, si caratterizza sempre più come anti italiano e anti spagnolo, il che contrasta con le affermazioni nazionali o addirittura nazionaliste della Lega e di FdI. Anche le ammonizioni che vengono dal Quirinale per favorire una solidarietà tra le forze politiche sulle questioni di fondo sembrano cominciare a dare qualche effetto visibile, oltre alla attenuazione già verificata dell’insistenza delle opposizioni per una crisi di governo che oggi sarebbe un problema per tutti, opposizioni comprese. Naturalmente è fisiologico che ci sia una dialettica, anche aspra, e che le opposizioni esercitino la loro funzione di critica. Però se questo si svolge all’interno di un comune riconoscimento di alcuni aspetti indiscutibili di interesse nazionale il confronto si può collocare a un livello che lo metta in sintonia con lo spirito pubblico. Se sarà compiuto questo passo sarà un vantaggio per tutti e per la credibilità delle istituzioni rispetto ai cittadini e dell’Italia nel confronto con i partner (e concorrenti) europei.

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