PUBBLICITÁ

Editoriali

Sull’immigrazione serve di più

Redazione

In Europa un flop. E la Guardia costiera che fa? Agenda per una discontinuità

PUBBLICITÁ

Proviamo solo per un attimo a chiudere gli occhi e a immaginare di leggere le ultime notizie a proposito di immigrazione. E proviamo – per scherzo – a immaginare come reagiremmo se Matteo Salvini fosse ancora ministro dell’Interno. Per cominciare, scopriremmo che una nave umanitaria chiamata Mare Jonio è stata fermata al porto di Pozzallo dalla Guardia costiera con un cavillo curioso: il personale di ricerca e soccorso – medici ed esperti in diritti umani – sarebbero incompatibili con le finalità dell’imbarcazione, registrata come nave commerciale. Scopriremmo con perplessità che mentre il Rina, il registro navale italiano, considera queste navi adatte a svolgere attività di salvataggio, per la Guardia costiera invece non lo sono. Una contraddizione illogica, penseremmo.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Proviamo solo per un attimo a chiudere gli occhi e a immaginare di leggere le ultime notizie a proposito di immigrazione. E proviamo – per scherzo – a immaginare come reagiremmo se Matteo Salvini fosse ancora ministro dell’Interno. Per cominciare, scopriremmo che una nave umanitaria chiamata Mare Jonio è stata fermata al porto di Pozzallo dalla Guardia costiera con un cavillo curioso: il personale di ricerca e soccorso – medici ed esperti in diritti umani – sarebbero incompatibili con le finalità dell’imbarcazione, registrata come nave commerciale. Scopriremmo con perplessità che mentre il Rina, il registro navale italiano, considera queste navi adatte a svolgere attività di salvataggio, per la Guardia costiera invece non lo sono. Una contraddizione illogica, penseremmo.

PUBBLICITÁ

 

 

Ma se andassimo avanti nella lettura scopriremmo che la stessa nave ha già ricevuto ben quattro diffide dalla Guardia costiera dal 9 giugno a oggi. E che contemporaneamente altre due navi delle ong – Ocean Viking e Sea Watch – sono state fermate con pretesti altrettanto risibili. Il solito Salvini!, penseremmo. Ma il livello di perplessità per una gestione che in questo caso appare spregiudicata monterebbe ancora scoprendo che, mentre lo stato si batte per impedire che dei privati salvino naufraghi, si guarda bene dall’inviare le sue di navi, quelle della Marina e quelle della Guardia costiera, che da tempo non effettuano più salvataggi oltre le acque territoriali. Ahi!

PUBBLICITÁ

Potremmo però ancora augurarci che nel frattempo almeno a Bruxelles si siano svegliati e che l’Italia sia riuscita a ottenere quello che chiede: un sistema solidale di accoglienza. Invece no. Le due cose che chiedevamo, quote di ripartizione obbligatorie e revisione del criterio del paesi di primo ingresso, ancora non esistono e l’Italia senza un sostegno europeo rischia di restare – incredibile solo pensarlo – sola. Essere dalla parte dell’Europa, rispettare il diritto del mare e capire che i problemi dell’Italia legati all’immigrazione si risolvano facendo squadra e non isolandosi è il vero tratto di discontinuità incarnato dalla brava Luciana Lamorgese. Oltre alla forma però è ora che il governo trovi un modo anche per dare finalmente sostanza alla sua strategia.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ