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editoriali

La spallatina a vuoto del Carroccio

redazione

La Lega chiede alla Consulta di sciogliere le Camere. Segnali di disperazione

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La Lega di Matteo Salvini si era presentata a questa tornata di elezioni amministrative per dare la spallata: l’obiettivo dichiarato era il 6 a zero, o giù di lì, per mandare a casa Giuseppe Conte e la maggioranza giallorossa. Le cose sono andate diversamente, il 3 a 3 ha rafforzato l’esecutivo e la maggioranza che lo sostiene che così si avviano ad affrontare la legislatura con maggiore solidità. Eppure, dopo l’esito elettorale, la Lega suona sempre la stessa musica chiedendo lo scioglimento delle Camere ed elezioni anticipate. Un dirigente di peso del Carroccio come il ligure Edoardo Rixi dice infatti che con la vittoria del “Sì” nel referendum costituzionale “questo Parlamento è illegittimo e appare chiaro che non può eleggere il Capo dello stato”. La tesi è abbastanza acrobatica, perché il referendum ha proprio confermato una decisione presa dal Parlamento – che quindi ne risulta ulteriormente legittimato, anche sul piano politico oltre che costituzionale. La tesi di Rixi invece è che siccome la riforma prevede un taglio dei parlamentari (che da 945 scendono a 600) e una modifica del collegio elettivo il presidente della Repubblica che così rafforza il ruolo delle regioni, dove il centrodestra è più forte, allora le Camere devono essere sciolte per l’elezione del Capo dello stato.

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La Lega di Matteo Salvini si era presentata a questa tornata di elezioni amministrative per dare la spallata: l’obiettivo dichiarato era il 6 a zero, o giù di lì, per mandare a casa Giuseppe Conte e la maggioranza giallorossa. Le cose sono andate diversamente, il 3 a 3 ha rafforzato l’esecutivo e la maggioranza che lo sostiene che così si avviano ad affrontare la legislatura con maggiore solidità. Eppure, dopo l’esito elettorale, la Lega suona sempre la stessa musica chiedendo lo scioglimento delle Camere ed elezioni anticipate. Un dirigente di peso del Carroccio come il ligure Edoardo Rixi dice infatti che con la vittoria del “Sì” nel referendum costituzionale “questo Parlamento è illegittimo e appare chiaro che non può eleggere il Capo dello stato”. La tesi è abbastanza acrobatica, perché il referendum ha proprio confermato una decisione presa dal Parlamento – che quindi ne risulta ulteriormente legittimato, anche sul piano politico oltre che costituzionale. La tesi di Rixi invece è che siccome la riforma prevede un taglio dei parlamentari (che da 945 scendono a 600) e una modifica del collegio elettivo il presidente della Repubblica che così rafforza il ruolo delle regioni, dove il centrodestra è più forte, allora le Camere devono essere sciolte per l’elezione del Capo dello stato.

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Ma chi dovrebbe sciogliere il Parlamento? E quando? Sarebbe assurdo se lo facesse il presidente Mattarella con un governo che gode della fiducia in entrambe le Camere. Per questo motivo Rixi sostiene che dovrebbe farlo la Corte costituzionale. Quali sarebbero i precedenti? La Consulta ha ritenuto legittimo persino il Parlamento eletto con una legge elettorale incostituzionale, figurarsi in un caso del genere. Ma a parte questo, chi e in che modo dovrebbe portare la questione all’attenzione della Corte? E’ comunque paradossale che la Lega, che fino a ieri difendeva l’autonomia della politica e di Salvini dalla magistratura, ora chieda ai giudici di far cadere governo e Parlamento. Dopo la spallata politica la Lega punta sulla spallatina giudiziaria, ma sempre a vuoto.

 

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