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Editoriali

Non disperdere la centralità del Cav.

Redazione

L’uscita dall’ospedale e il manifesto per un’Italia e un’opposizione responsabili

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Silvio Berlusconi, superata la prova del contagio, è uscito dall’ospedale per riprendere la sua attività politica. La sua malattia, particolarmente pericolosa per le condizioni di età e le patologie pregresse, aveva suscitato sentimenti di solidarietà assai vasti, anche se non unanimi, e di questo ha voluto ringraziare. Ha lanciato un appello alla responsabilità nei confronti della malattia, che suona però come un invito più generale, ad affrontare con equilibrio i gravi problemi del paese.

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Silvio Berlusconi, superata la prova del contagio, è uscito dall’ospedale per riprendere la sua attività politica. La sua malattia, particolarmente pericolosa per le condizioni di età e le patologie pregresse, aveva suscitato sentimenti di solidarietà assai vasti, anche se non unanimi, e di questo ha voluto ringraziare. Ha lanciato un appello alla responsabilità nei confronti della malattia, che suona però come un invito più generale, ad affrontare con equilibrio i gravi problemi del paese.

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Già prima del ricovero l’atteggiamento del presidente di Forza Italia si era segnalato per un tono assai meno polemico e una volontà costruttiva. C’è da pensare che ora, dopo la prova superata, questo sentimento si rafforzi. La sua figura, che non è più quella dell’antagonista principale della sinistra capace di federare uno schieramento tante volte vincente, ora si caratterizza come quella di una personalità dalla lunga esperienza politica, oltre che imprenditoriale, in grado di fornire consigli e proposte a un mondo politico in cui scarseggiano proprio le sue doti. Quasi paradossalmente l’uomo che scese in campo come alternativa alla politica consociativa e ripetitiva, è diventato il più longevo dei leader in attività e quello che ha elaborato una cultura politica meno approssimativa. Lo ha fatto non sulla base di una impostazione ideologica o di una tradizione, ma attraverso esperienze concrete e rapporti internazionali, il che fa storcere il naso a chi considera la cultura politica una specie di dottrina accademica. L’uomo dell’antagonismo del bipolarismo ora si presenta come un punto di equilibrio e di responsabilità prezioso sia per la coalizione di cui fa parte sia per i rapporti politici in generale.

  

 

Non ha potuto o saputo costruire un’organizzazione politica solidissima, anche per la sua vena anarchica e libertaria, ma ha esercitato e può ancora esercitare una funzione utile per il paese, basata sulla sua personalità più che sull’organizzazione politica che presiede. In fondo ha fatto sempre così e questo è il suo pregio e insieme il suo limite, quello di un leader naturale che ha ancora molto da dire e, gli auguriamo calorosamente, avrà la possibilità di dire ancora a lungo.

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