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Dalle case popolari alla semplice gestione dei rifiuti: Raggi, novella Fanfani

Simone Canettieri

Virginia batte cassa: vuole 25 miliardi dal Recovery

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Roma. Una riedizione del piano Fanfani per la casa, da destinare questa volta solo ai romani. Gentile richiesta: due miliardi di euro per 13 mila alloggi di edilizia popolare, quanti sono i residenti nella decennale lista d’attesa. Sicché, se sarà, sarà piano V, nel senso di Virginia. Ma poi c’è anche un impianto per pannolini bio (4 milioni) e una nuova funivia Clodio-Monte Mario-Ponte della Musica (35 milioni), giusto per ricordare a tutti che siamo pur sempre nella capitale del grillismo hard. D’altronde certe promesse, non prioritarie ma bislacche, vanno comunque onorate. Sicché bisogna lasciare la firma, con la spada, tipo Zorro. E poi: linee della metropolitana da prolungare (la B e la C), ma anche da creare ex novo, come la D e la E. Tutt’intorno, una miriade di progetti di ordinaria manutenzione di tram, autobus, aree verdi, isole pedonali, nuove ztl. Arricchiti, qua e là, da smart coworking, smart roads, virtual e augmented city. Insomma, Roma o Stoccolma?

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Roma. Una riedizione del piano Fanfani per la casa, da destinare questa volta solo ai romani. Gentile richiesta: due miliardi di euro per 13 mila alloggi di edilizia popolare, quanti sono i residenti nella decennale lista d’attesa. Sicché, se sarà, sarà piano V, nel senso di Virginia. Ma poi c’è anche un impianto per pannolini bio (4 milioni) e una nuova funivia Clodio-Monte Mario-Ponte della Musica (35 milioni), giusto per ricordare a tutti che siamo pur sempre nella capitale del grillismo hard. D’altronde certe promesse, non prioritarie ma bislacche, vanno comunque onorate. Sicché bisogna lasciare la firma, con la spada, tipo Zorro. E poi: linee della metropolitana da prolungare (la B e la C), ma anche da creare ex novo, come la D e la E. Tutt’intorno, una miriade di progetti di ordinaria manutenzione di tram, autobus, aree verdi, isole pedonali, nuove ztl. Arricchiti, qua e là, da smart coworking, smart roads, virtual e augmented city. Insomma, Roma o Stoccolma?

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Visto che sognare non costa nulla, la sindaca Raggi ha prodotto 158 idee da farsi finanziare appena sarà disponibile il tesoro del Recovery Fund. Il preventivo è quasi sfacciato: 25 miliardi (e spicci) di euro. Praticamente più di un decimo dell’intera quota destinata all’Italia, nell’attesa che il governo, entro il 14 ottobre, definisca il piano da inviare a Bruxelles. Il Campidoglio incrocia le dita sperando in quello che fu l’effetto Giubileo del 2000, quando la capitale della cristianità riuscì a rifarsi il look, uscendo dalla sindrome Regno d’Italia, per affacciarsi così, ma non troppo, nella modernità. Adesso ci si riprova, cercando il rimbalzo del Covid. Il libro dei sogni è stato fatto arrivare al Mef, sponda Laura Castelli, ma soprattutto al Mise, dove siede il grillino Stefano Patuanelli. L’idea generale, come nelle più classica delle trattative, è quella di sparare alto per arrivare a un punto di caduta accettabile. Una decina di progetti importanti e impellenti. A dire il vero, però, scorrendo il file Excel si capisce che l’ordinario è diventato straordinario. E non solo per tutte le richieste sotto la voce rifiuti (nuove trasferenze, impianto di Rocca Cencia e Tmb...) o manto stradale.

 

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Ma insomma questi soldi, alla fine? Raggi, novella Gioconda che ora guarda a sinistra in questa competizione con il Pd, è realista anche se vuole l’impossibile. Ma in attesa dei poteri speciali, c’è il Recovery. I cui soldi sono attesi per la primavera del 2021. E diventeranno già si sa, merce da campagna elettorale. “Volete far gestire questa valanga di euro a lei?”, sono pronti a dire da destra e sinistra contro Raggi. Sperando che nel frattempo si facciano avanti i suoi sfidanti.

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