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Il Pd "regala" un milione di euro a Grillo: causa ritirata

Simone Canettieri

Dopo una lunga battaglia legale, i dem decidono di rimettere la querela da 1 milione di euro che toglieva il sonno al comico genovese. Li aveva accusati di avere le "mani sporche di petrolio". Ecco quanto vale il governo

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Fu un abbaglio, non petrolio. Nella pace governativa di querele e affini tra Pd e M5s, dopo anni di lotta nel fango, ce n’era soprattutto una che pendeva e che dava abbastanza fastidio a Beppe Grillo. Una causa civile con una richiesta di danni per un milione di euro. Tondi tondi.

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Fu un abbaglio, non petrolio. Nella pace governativa di querele e affini tra Pd e M5s, dopo anni di lotta nel fango, ce n’era soprattutto una che pendeva e che dava abbastanza fastidio a Beppe Grillo. Una causa civile con una richiesta di danni per un milione di euro. Tondi tondi.

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Non proprio uno scherzetto per il comico genovese diventato leader-censore e ora, mutatis mutandis, padre nobile di questa maggioranza rossogialla. Tanto che, nelle settimane scorse, chi cura gli affari legali del Movimento e l’ormai ex tesoriere del Nazareno Luigi Zanda hanno prestato molta attenzione proprio a questo procedimento che penzolava minacciosamente. Eppure quella volta, all’allora Grande capo partì un colpo dei suoi: disse che il governo aveva le mani sporche di petrolio e che il Pd era connivente. Ma ormai è tutto greggio, pardon, acqua passata.

 

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Correva l’anno 2016: gli Stadio avevano vinto Sanremo, al governo c’era Matteo Renzi. E nel Pd pure. Il primo aprile si dimise l’allora ministro Federica Guidi (poi archiviata) per via dell’inchiesta Tempa Rossa sull’estrazione petrolifera in Basilicata. La titolare dello Sviluppo economico fu accusata dalla procura di Potenza di aver favorito il compagno, interessato a un centro di estrazione, con un emendamento.

 

Ma che bella giornata, pensò sicuramente Grillo, che strabuzzando gli occhi e ticchettando sulla tastiera scrisse sul blog, allora sacro e allora ancora oracolo, una di quelle mitragliate specialità della casa. Ta-ta-ta. Prima una bella foto con sovratesto di Renzi e Boschi (“Fanno gli interessi dei parenti, degli amici e delle lobby”) e poi, a scendere, l’oggetto della citazione in tribunale. 

 

Venti righe di veleni, accuse, accostamenti. Insomma, roba da avvocati.

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Per essere fedeli alle fonti, secondo Grillo “la Guidi chiese l’avallo della Boschi che – per blindarlo e assicurarsi che tutto andasse come doveva – inserì l’emendamento incriminato nel testo del maxiemendamento su cui poi, con il consenso del Bomba, pose la questione di fiducia”.

 

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Un meccanismo, sempre secondo il pm Beppe, “perfetto ai danni dei cittadini. Tutti collusi. Tutti complici. Con le mani sporche di petrolio e denaro. Ora si capisce perché il Pd ed il governo incitano illegalmente all’astensione sul referendum delle trivelle in programma il prossimo 17 aprile: intacca gli interessi delle compagnie petrolifere e tutela i cittadini e l’ambiente. Il Bomba non può permetterlo”.

 

Renzi la prese così: “Il Pd ha deciso di querelare in sede civile e penale Beppe Grillo che pure alle condanne penali – a differenza nostra – è abituato. Perché lo ha fatto? Perché Grillo non si è limitato alle polemiche, anche dure. Ha detto che su questa vicenda il Pd ‘è colluso e complice. Tutti con le mani sporche di petrolio e di soldi’”.

 

La storia ebbe anche un’altra appendice comica quanto surreale: Grillo sostenne di non essere il responsabile del blog e allora il Pd, stupefatto dall’assist, chiamò a testimoniare Alessandro Di Battista, Davide Casaleggio, Luigi Di Maio. Il milioncino, secondo gli annunci del Nazareno che già contava gli euro, sarebbe finito nella vertenza dei dipendenti del Partito democratico che, come si sa, non se la passano benissimo.

 

Poi, però, con la solita lentezza, la pratica si è trascinata avanti, ma prima di arrivare alle battute finali, e quindi a una possibile condanna, ecco la svolta. Clamorosa. Impensabile. Di governo. Pentadem. Ratificata da Rousseau. Con Beppe che nel settembre scorso, sancito il matrimonio, si lancia anche in un appello ai giovani dem con i quali costruire insieme il futuro. Una grande forza progressista, lontana dagli egoismi dei sovranisti e dalla destra di Salvini. E soprattutto dai tribunali e dalle cause. Un milione di auguri, insomma.

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