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Chi è Tommaso Longobardi, il guru dei social di Meloni

Simone Canettieri

Ventinove anni, laurea in psicologia e un curriculum da smanettone professionale. “Morisi? Un genio. Casaleggio? Il mio maestro. Giorgia? L’unica coerente”

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Perché Salvini e la Bestia hanno una battuta di arresto tra like e sondaggi? “Perché credo che abbiano raggiunto, e parlo dei social network, un livello di saturazione. Al nostro contrario. Detto questo, Luca Morisi è un genio”. E Gianroberto Casaleggio? “No, lui non si batte: è stato il primo, dieci anni fa, a spingere su questo tipo di comunicazione politica. Ancora ricordo le sue parole”. E allora qual è il vostro segreto? “Giorgia vince in coerenza”. Suvvia, è più facile vellicare la pancia di Facebook e Instagram da destra, no? “Sì, se si pensa alla rabbia e allo sdegno. Ma io e la mia piccola squadra facciamo un grande lavoro di verifica dei video e delle fonti. Altrimenti è un boomerang”. Tommaso Longobardi – 29 anni, romano di Nuovo Salario – guida la Bestia di FdI e soprattutto di Meloni.

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Perché Salvini e la Bestia hanno una battuta di arresto tra like e sondaggi? “Perché credo che abbiano raggiunto, e parlo dei social network, un livello di saturazione. Al nostro contrario. Detto questo, Luca Morisi è un genio”. E Gianroberto Casaleggio? “No, lui non si batte: è stato il primo, dieci anni fa, a spingere su questo tipo di comunicazione politica. Ancora ricordo le sue parole”. E allora qual è il vostro segreto? “Giorgia vince in coerenza”. Suvvia, è più facile vellicare la pancia di Facebook e Instagram da destra, no? “Sì, se si pensa alla rabbia e allo sdegno. Ma io e la mia piccola squadra facciamo un grande lavoro di verifica dei video e delle fonti. Altrimenti è un boomerang”. Tommaso Longobardi – 29 anni, romano di Nuovo Salario – guida la Bestia di FdI e soprattutto di Meloni.

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Longobardi risponde al telefono da Trento, tra un comizio e l’altro di Giorgia. O meglio: una diretta Facebook e una storia su Instagram.


Mauro Rotelli, deputato e responsabile della comunicazione di Fratelli d’Italia, prima di fare da ponte si è raccomandato: “Cerchiamo di uscire dalla contrapposizione-sfida con Salvini anche sui social. Noi facciamo la nostra strada. Ecco, per esempio bisognerebbe parlare di come il M5s abbia perso appeal: è pazzesco. La nostra comunicazione è fatta anche di un diario parlamentare: emendamenti, conquiste, vittorie, come quella sui seggiolini. O vogliamo parlare delle mascherine-fantasma in Regione Lazio?”. Un modo elegante per dire che il Parlamento e in generale le istituzioni, per i figli della svolta di Fiuggi sono ancora una trincea da onorare a differenza della sottovalutazione del Carroccio? Rotelli non si ficca in polemiche.

  

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Allora bisogna tornare a Longobardi, laurea in psicologia e un curriculum da smanettone professionale. Qui si immagina che il ragazzo spii le mosse di Morisi e soci, ne colga i punti deboli e zac lo infilzi al primo cuoricino. Giocando di anticipo. Facendogli, magari, il cucchiaio. Insomma, nel derby sovranista, la rincorsa di Giorgia a Matteo con annesso sogno di sorpasso fa tappa, eccome, anche dagli smartphone. E cioè dalla condivisione di video, notizie, foto sui profili dei leader. Per non parlare poi della vita privata. Salvini che mangia è diventato un classico della letteratura politica 2.0. Uno storytelling bestiale, appunto. Così, come dall’altra parte da un paio di anni ecco Giorgia che ride, Giorgia che canta, Giorgia con la piccola Ginevra, Giorgia che balla la Taranta in Puglia (pochi giorni fa in una masseria). “Nel caso di Meloni, abbiamo fatto un lavoro per farla uscire fuori dalla caricatura aggressiva”. Luciferina? “Sì, così la vorrebbe dipingere la sinistra”. Invece è buona-buonissima, ma non buonista? “Esatto”. Longobardi ride.


 

Dal 2018, da quando FdI è diventato un partito parlamentare vero (nel senso con gruppi alla Camera e al Senato) questo ragazzo dai tratti un po’ magiari (e su Fb ecco la foto con il democratico Orban) è diventato il folletto social del melonismo. Il capo della Bestia di Giorgia: le dispiace questa definizione? “Sinceramente no perché tecnicamente per Bestia, ormai, si intende un gruppo di lavoro che lavora sui social con ottimi risultati”. E allora volete darvi un altro nome? “Una squadra fortissimi. A dire il vero siamo in tutto cinque, tre su Giorgia e il resto sui gruppi parlamentari”. Il ragazzo prima di diventare stregone ha fatto l’apprendistato alla Casaleggio e Associati. Epoca Gianroberto Casaleggio, il guru. Insomma, la cantera di via Morone.


 

“E’ stato un anno importante per me, ricordo i suoi insegnamenti: tutti i politici devono saper usare in prima persona i social, devono capire il mezzo, altrimenti non esistono, sono destinati a essere spazzati via. Aveva ragione”. Solo che adesso il colpo di spugna lo rischia il M5S. Reale e virtuale. Su Facebook, Twitter e Instagram da tempo è in atto una migrazione di follower e di engagement. Prima dai grillini verso la Lega, ora dai grillini verso Fratelli d’Italia. “Hanno esaurito le parole chiave nel M5S, noi no. Se pubblico un video di Meloni sulla coerenza, ‘mai con il Pd e mai con i grillini’, nessuno sotto commenta sdegnato”. I profili di Meloni sono in crescita costante: quarta in Italia, sempre più forte su Instagram. E allora, però, bisogna ricordare che a volte il “dagli al negro” o il video dell’immigrato sbarcato col cellulare in mano è facile da postare. E a volte sono bufale o brutte copie di Tolo Tolo. “Prima di pubblicare facciamo una ricerca approfondita, perché la sinistra è in agguato, al di là della credibilità del leader”. La sinistra è in agguato? “Sì, a sinistra c’è una comunicazione molto più riflessiva, il messaggio viene lanciato con maggiore ritardo. Ma può essere pericoloso. Ora però abbiamo un altro comizio”. Il bello della diretta.

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