PUBBLICITÁ

Un governo fermo al modello Genova

Redazione

Oltre i dpcm. Come mettere lo spirito emergenziale a sostegno della crescita

PUBBLICITÁ

C’è più affanno ora nell’attività di governo di quanto ce ne fosse nei giorni più difficili dell’emergenza. Il susseguirsi dei decreti, al ritmo di uno al mese, aveva un suo ordine pur tra le preoccupazioni e il dolore di quei giorni e rispondeva alle esigenze del momento. Contenendo anche qualche indicazione per il dopo, per la ripresa. In modo specifico e voluto per il riavvio dei cantieri, per le opere pubbliche, per la spinta a un settore a forte impatto occupazionale come l’edilizia. Ora non si può dire che sia sparita quella buona volontà e che tutto sia rimasto lettera morta.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


C’è più affanno ora nell’attività di governo di quanto ce ne fosse nei giorni più difficili dell’emergenza. Il susseguirsi dei decreti, al ritmo di uno al mese, aveva un suo ordine pur tra le preoccupazioni e il dolore di quei giorni e rispondeva alle esigenze del momento. Contenendo anche qualche indicazione per il dopo, per la ripresa. In modo specifico e voluto per il riavvio dei cantieri, per le opere pubbliche, per la spinta a un settore a forte impatto occupazionale come l’edilizia. Ora non si può dire che sia sparita quella buona volontà e che tutto sia rimasto lettera morta.

PUBBLICITÁ

 

Sarebbe troppo presto per sentenziare sul fallimento. Però c’è qualche brutto segno e qualche spia sta per accendersi. Intanto, e non è un fatto secondario, sembra calata la tensione verso l’impegno a favore della crescita. Il governo ha accantonato l’agenda dello sviluppo (certo, la scuola deve ripartire, ma c’è anche altro) e non tiene l’attenzione alta. Il grande slancio del completamento del ponte di Genova si è già arrestato. Non perché da quell’esperienza si potesse mutuare nulla per altre opere (era una condizione unica e non sarebbe realistico replicare il modello Genova) ma dallo spirito di collaborazione tra istituzioni e imprese e dalla dimostrazione di capacità tecniche qualcosa si poteva trarre e conservare. Invece siamo ripiombati nell’incomunicabilità tra governo e aziende del settore, con solo l’alta velocità ferroviaria tra Verona e Vicenza tra i nuovi progetti avviati.

 

PUBBLICITÁ

L’Associazione dei costruttori lamenta che ancora si guardi solo all’abolizione dello strumento delle gare di appalto per accelerare le realizzazioni e cerca di dire, inascoltata, che così non si tagliano i tempi mentre si prefigurano rischi giudiziari. Il caso che più viene proposto è quello della rigenerazione urbana, spinta notevole in un paese che deve ripensare quasi tutte le sue città. Non sono le gare il problema, dicono i costruttori, ma i vincoli a monte, quelli con cui si blocca anche il recupero di una palazzina anni Sessanta per tutelare, o peggio per congelare, sempre e comunque l’esistente. Una maggioranza debole e composita come l’attuale forse dovrebbe recuperare un po’ di spirito emergenziale per darsi una scossa e non solo per fare dpcm.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ