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"Un governo di ciucci. Sulla scuola solo furbate lessicali". Intervista a Giovanni Toti

Carmelo Caruso

Parla il governatore della Liguria che guida la protesta delle regioni. "Al governo mancano di coraggio e non vogliono decidere, ma questa volta sarà tutta colpa loro"

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Virginio Merola, sindaco di Bologna, dice che voi governatori siete un po’ ciucci e che sulla scuola state drammatizzando. Siete ciucci? “Io ciuccio non lo sono e non lo sono neppure gli altri presidenti di regione a cui va rivolto un ‘grazie’. Se questo paese ha riaperto, è solo merito nostro. Abbiamo avuto il coraggio di derogare a regole impraticabili. E’ quel coraggio che è mancato al governo e che sta mancando sulla scuola. Nulla è ancora a posto ed è giusto dirlo”.

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Virginio Merola, sindaco di Bologna, dice che voi governatori siete un po’ ciucci e che sulla scuola state drammatizzando. Siete ciucci? “Io ciuccio non lo sono e non lo sono neppure gli altri presidenti di regione a cui va rivolto un ‘grazie’. Se questo paese ha riaperto, è solo merito nostro. Abbiamo avuto il coraggio di derogare a regole impraticabili. E’ quel coraggio che è mancato al governo e che sta mancando sulla scuola. Nulla è ancora a posto ed è giusto dirlo”.

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Della ministra Azzolina, Giovanni Toti, presidente della regione Liguria, ha detto che “è inadeguata” e che il governo sui trasporti scolastici “è un fallimento”, peggio di Schettino (“salite a bordo!”). E, ancora, che in classe la mascherina “è impossibile da tenere” e, per finire, ha proposto la sfiducia congiunta sia per la ministra dell’Istruzione che per Paola De Micheli.

 

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Non è che adesso sta un po’ esagerando? “Non voglio personalizzare e quando l’ho fatto è perché avevo la necessità di dare un pizzicotto, sollecitare la sveglia. Sembra quasi che le scuole non debbano riaprire fra diciotto giorni ma fra diciotto mesi e, sinceramente, quando sento parlare di separatori morbidi, di scuolabus per congiunti mi chiedo se questo governo abbia mai preso un bus nella vita. Come si fa a chiedere al conducente di trasportare gli studenti entro quindici minuti?”.

 

In Liguria, Toti, sta immaginando aperture scolastiche anticipate, tra le 7,45 e le 8,40. La chiama flessibilità d’ingresso e dovrebbe essere una soluzione per evitare assembramenti e alleggerire i flussi sui mezzi di trasporto che, continua a chiedere, devono viaggiare quantomeno “all’80 per cento della capacità”.

 

E infatti, precisa, “il governo sta andando in questa direzione, il che significa che avevamo ragione noi”. E ritiene che sia un’altra conferma di quanto crede ovvero che in questo paese “dove oggi è sempre più forte la spinta ipercentralista, le regioni hanno la loro centralità”. In Liguria, come in Toscana, pure Toti si sta affidando a figure mediche in classe. Settantacinque medici sono stati assunti e si occuperanno di prevenzione, profilassi in coordinamento con l’ospedale Gaslini che è l’eccellenza ligure e non solo ligure. Toti non ce l’ha con il Cts che in questi giorni è stato preso di mira per le sue rigidità.

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“Il Cts svolge il suo lavoro. Va ascoltato. Il compito della politica è valutare e fare sintesi. Quella sintesi spetta al governo. E’ Giuseppe Conte che ha giurato sulla Costituzione e non il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo o il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro”. Trova invece una astuzia quel rifugio lessicale “congiunti” da estendere ai compagni di classe e che ormai è la parola cestino dove mettere tutto, il passaporto per risolvere le crisi, la parola che si allarga come una molla, insomma elastica. “Per me è uno stratagemma, una furbata tecnica giuridica che trova il tempo che trova” pensa Toti.

 

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Sulla scuola si sta così praticando un esorcismo nazionale. Dopo i presidi, i sindacati, adesso sarebbero i docenti i grandi guastatori. E’ vero che non si sottopongono al test sierologico? “Per fare un test bisogna prima averlo e questi test stanno mancando. In Liguria li stiamo predisponendo noi” risponde lui. E aggiunge che finora, anche se non sembra, “i governatori hanno collaborato lealmente, ma non è compito delle regioni assumere personale, fornire le linee guida”.

 

Non è che voi governatori puntate sul fallimento della riapertura? “Nessuno punta al fallimento, le assicuro. Nessuno. Non sarà necessario spiegare di chi sarà la colpa”. Toti la carica sul governo che “si è sfilato nella seconda fase” e si capisce che non lo dimentica come non si dimenticano i torti. “Una cosa deve essere chiara. Non è inadeguatezza, è la mancanza di coraggio quella che più rimprovero. Se avessi dovuto seguire le regole del governo, in Liguria, non avrei riaperto un ombrellone. Sulla scuola, questa volta, nessuno di noi governatori derogherà. Non gli chiedo di dimettersi ma di decidere”.

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