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Salvini teme il sorpasso della Meloni alle regionali. Un terremoto

Salvatore Merlo

“Giorgia leader del centrodestra”. La leader di Fdi passa le vacanze in Puglia, tra pochi comizi. Mentre il leghista vive ormai in automobile: su e giù da Bari a La Spezia

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Roma. Lei ha preso casa in Puglia, nella valle d’Itria, e allora una volta al giorno un’automobile viene a prenderla, la consegna al comizio elettorale o alla passeggiata tra la gente di Ostuni, e poi subito però la restituisce alla famiglia, a una giornata passata al mare o allo Zoosafari di Fasano con la figlia piccola e gli amici. Lui invece vive praticamente in automobile, come quei personaggi di Renato Pozzetto che si lavavano le ascelle nei bagni degli Autogrill: la mattina indossa la maglia della squadra locale di calcio a Caserta, il pomeriggio si spara un selfie (senza mascherina ma con la frittura di pesce) a Terracina, poi ecco un comizio con la porchetta ad Albano laziale, al tramonto raggiunge Orbetello e il giorno dopo riesce a essere di nuovo a Napoli, a Salerno, poi giù fino a Foggia e ancora su a Firenze e persino a La Spezia, per poi ritornare in Puglia. Nemmeno quei rom ai quali lui vorrebbe comminare la ruspa.

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Roma. Lei ha preso casa in Puglia, nella valle d’Itria, e allora una volta al giorno un’automobile viene a prenderla, la consegna al comizio elettorale o alla passeggiata tra la gente di Ostuni, e poi subito però la restituisce alla famiglia, a una giornata passata al mare o allo Zoosafari di Fasano con la figlia piccola e gli amici. Lui invece vive praticamente in automobile, come quei personaggi di Renato Pozzetto che si lavavano le ascelle nei bagni degli Autogrill: la mattina indossa la maglia della squadra locale di calcio a Caserta, il pomeriggio si spara un selfie (senza mascherina ma con la frittura di pesce) a Terracina, poi ecco un comizio con la porchetta ad Albano laziale, al tramonto raggiunge Orbetello e il giorno dopo riesce a essere di nuovo a Napoli, a Salerno, poi giù fino a Foggia e ancora su a Firenze e persino a La Spezia, per poi ritornare in Puglia. Nemmeno quei rom ai quali lui vorrebbe comminare la ruspa.

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Viene così componendosi il mosaico di questa rincorsa lungo la penisola tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, lui sempre più affannato e lei sempre più rilassata, mai insieme, nessuna iniziativa comune, lui addirittura distante dai candidati di lei (quelli che potrebbero vincere) cioè Raffaele Fitto in Puglia e Francesco Acquaroli nelle Marche, perché le elezioni regionali in realtà contengono una sfida dentro la sfida: chi prenderà più voti, la Lega o Fratelli d’Italia? Chi è il leader del centrodestra, Giorgia o Matteo? Lui è talmente preoccupato del sorpasso di Fdi da essersi consegnato a ritmi massacranti, sa che la Lega stavolta non potrà contare sul granaio dei voti in Veneto perché Zaia – facendolo trasalire – ha costruito una sua lista personale che toglierà voti al partito. E allora adesso gli amici della Meloni si spingono a dire che: “Stavolta Giorgia lo supera”. E poi però che succede? 

 

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Dentro Forza Italia il sorpasso se lo aspettano, e non sanno bene nemmeno come prendere questa eventualità che nei sondaggi, in Puglia per esempio, è già quasi un fatto: le liste di Lega e Fdi secondo le rilevazioni sono all’interno della stessa forbice. “Giorgia ha fatto dei dispetti a Berlusconi, gli ha preso uomini e personale politico”, dicono a Villa La Certosa, a casa del Cavaliere, “ma bisogna considerare che Meloni è stata ministro di Berlusconi. C’è una consuetudine antica, quasi una gemmazione naturale, e lei ha un debito di riconoscenza… Salvini invece è un altro ramo, è un innesto” o forse è la gramigna. E la metafora botanica rende bene l’idea di un rapporto, quello tra Salvini e il Cavaliere, che si è sempre mantenuto su con gli spilli di una cordialità bugiarda, mentre “con Giorgia è diverso”, dicono.

 

Insomma, par di capire, Berlusconi accetterebbe con un sorriso benevolo l’incoronazione della nuova regina, anche subito. Ma nella cerchia della Meloni, dove l’ipotesi del sorpasso è una di quelle eventualità che rendono entusiasmante l’eterno possibilismo della vita, si fanno ragionamenti cauti e machiavellici. Certo, alcuni spingono il proprio comprensibile entusiasmo fino al punto di dire che “l’indomani, dopo le regionali vinte, Giorgia rivendicherà per sé la guida della coalizione”. Ma poi una voce molto vicina alla leader ne rappresenta il pensiero più autentico: “E chi glielo fa fare, a Giorgia? Avere la leadership del centrodestra, adesso, sarebbe come disegnarsi un mirino sulla fronte. Sono solo rogne. Quella, la leadership, ce la prendiamo dopo, dopo le politiche, quando sarà, sì, una rogna ma intanto la gestisci a Palazzo Chigi da presidente del Consiglio”.

  

Ed ecco allora spiegato l’affanno di Salvini, il suo nomadismo, su e giù per l’Italia, ed ecco perché i due non si vedono mai insieme, ed ecco perché, infine, Salvini non ha ancora accettato di salire sullo stesso palco con Fitto o con Acquaroli: i due candidati di Fdi alla presidenza della Puglia e delle Marche, ai suoi occhi, sono degli avversari. L’assillo del segretario della Lega non è infatti quello di farli vincere, bensì quello di non perdere nel confronto diretto con l’alleata Giorgia, il suo più grande incubo. E allora non potendo contare a pieno sul Veneto, visto che Zaia, irritandolo al massimo, ha persino costruito una lista di sindaci e amministratori, ecco che Salvini spera in un risultato stellare in Toscana. Un’altra sconfitta, forse, per la presidenza della regione, ma una chance di vittoria nel conflitto interno alla destra, l’ultima occasione per evitare la resa dei conti finale con Giorgia, per rinviarla, mentre tirano venti proporzionalisti e tra un anno si vota anche il sindaco di Roma.

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