le incognite sulla riapertura
Elogio dei prossimi eroi della pandemia: i presidi
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Disorganizzazione e anarchia, la scuola è un imprevisto programmato
Ti svegli la mattina, accendi il computer, navighi qua e là sulla rete, sfogli per un attimo alcuni giornali in giro per il mondo e ti accorgi ancora una volta che in tempi di pandemia i problemi che appaiono essere locali, ah se solo facessimo come gli altri paesi, in realtà altro non sono che complicatissimi e intricatissimi problemi globali. E’ andata così nella fase 1 della pandemia, quando si è pensato che fosse una peculiarità locale e nazionale la presenza nel nostro paese di un elevato numero di medici contagiati, di ospedali infettati e di Rsa decimate (è stato così in tutto il mondo). E sta andando così nella fase 3 della pandemia, quella della convivenza con l’ondata di ritorno del virus, durante la quale più ci si avvicina a una data cruciale, quella del ritorno a scuola, e più si ha l’impressione che quello che sta capitando sul tema della riapertura delle aule – impreparazione, inesperienza e confusione – sia un tratto peculiare del nostro paese.
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- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.