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“La Toscana felix non esiste più”, ammette il Pd toscano

David Allegranti

“Le difficoltà ci sono ma abbiamo anche le soluzioni”, dice il capogruppo in regione Leonardo Marras. E sull'avversaria scherza: “Susanna Ceccardi per noi resta comunque la migliore candidata”

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Roma. “È vero, non c’è più una Toscana felix ma nemmeno la ricerchiamo. Non si può dipingere qualcosa che non c’è. E se non conosci le difficoltà non le rappresenti”. Il capogruppo del Pd in regione Toscana, Leonardo Marras, ha letto l’approfondimento del Foglio sulle elezioni regionali e non nega le difficoltà del centrosinistra. Però rilancia: “Ci sono aree in cui la Toscana è andata fortissimo, penso all’export o al settore del turismo. Certo, oggi sono realtà che hanno difficoltà maggiori. Il territorio della costa da decenni non ha trovato alternative all’industria di stato e le aree interne risentono di fenomeni simili a quelli che ci sono stati in Gran Bretagna con la Brexit o in America con Trump. In Toscana però c’è un tessuto sociale più solido. Ci sono fortissime risorse nella società, penso al volontariato. Quindi ci sono anche delle soluzioni da offrire, non ci limitiamo soltanto a dire quali sono i problemi”. Poi, certo, ammette Marras, “c’è un problema di infrastrutture, ma è facile dirlo. Se ne parla da decenni, non scopriamo adesso che in Italia per fare le grandi opere ci vuole un sacco di tempo. Chi fa paragoni con la Cina sbaglia, quello è un altro mondo”. Comunque, dice Marras, i governi Renzi e Gentiloni “i soldi sulle infrastrutture ce li hanno messi. Prima si facevano discorsi. E ora, visto che i soldi ci sono e magari viene messo pure un commissario, a costruire le opere ci mettiamo 5 anni invece di 10”. 

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Roma. “È vero, non c’è più una Toscana felix ma nemmeno la ricerchiamo. Non si può dipingere qualcosa che non c’è. E se non conosci le difficoltà non le rappresenti”. Il capogruppo del Pd in regione Toscana, Leonardo Marras, ha letto l’approfondimento del Foglio sulle elezioni regionali e non nega le difficoltà del centrosinistra. Però rilancia: “Ci sono aree in cui la Toscana è andata fortissimo, penso all’export o al settore del turismo. Certo, oggi sono realtà che hanno difficoltà maggiori. Il territorio della costa da decenni non ha trovato alternative all’industria di stato e le aree interne risentono di fenomeni simili a quelli che ci sono stati in Gran Bretagna con la Brexit o in America con Trump. In Toscana però c’è un tessuto sociale più solido. Ci sono fortissime risorse nella società, penso al volontariato. Quindi ci sono anche delle soluzioni da offrire, non ci limitiamo soltanto a dire quali sono i problemi”. Poi, certo, ammette Marras, “c’è un problema di infrastrutture, ma è facile dirlo. Se ne parla da decenni, non scopriamo adesso che in Italia per fare le grandi opere ci vuole un sacco di tempo. Chi fa paragoni con la Cina sbaglia, quello è un altro mondo”. Comunque, dice Marras, i governi Renzi e Gentiloni “i soldi sulle infrastrutture ce li hanno messi. Prima si facevano discorsi. E ora, visto che i soldi ci sono e magari viene messo pure un commissario, a costruire le opere ci mettiamo 5 anni invece di 10”. 

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Detto questo, però, “io non trovo riscontro di questa capacità di penetrare della Ceccardi di cui si parlava nell’articolo. Lei si limita a elencare situazioni note e prova a rifarsi un look, ma dopo aver fatto la leonessa fino all’altro ieri mi pare un’operazione complicata. Continuo a pensare che sia ancora la migliore candidata per noi”, dice con una battuta Marras.

 

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E le analogie con l’Emilia-Romagna? Contrariamente a chi fa paragoni, leggi le Sardine, Marras vede sostanziali differenze: “Non ho mai pensato che siano la stessa cosa. L’Emilia-Romagna viene accomunata alla Toscana ma solo per il colore politico di alcune amministrazioni. Per il resto esistono enormi differenze. Anche nel centrodestra. Alcune città sono in mano a una classe dirigente della Lega che si è formata nei decenni e non voglio dire nulla sugli attuali amministratori toscani, perché non gli legano nemmeno le scarpe. Il leghismo toscano è agli albori, è in franchising, con dirigenti di An trasportati nella Lega. Bonaccini in Emilia-Romagna ha avuto la forza di rovesciare una situazione politicamente complessa, in cui si dava per scontata la vittoria degli altri”.

 

Ma le Sardine servono a vincere? “Ci fanno comodo sì, anche nella versione virtuale a differenza di quella di piazza dell’Emilia-Romagna. Quel movimento è un fatto positivo, restituisce dignità alla politica. Spero non faccia l’errore di strutturarsi, diventerebbe un altro cespugli nella macchia. Anche in Toscana ci sono migliaia di persone che continuano a dibattere anche sulla rete ed esistono in forme diverse rispetto a quella emiliano-romagnola”. 

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Comunque, avverte Marras, la competizione con il centrodestra in Toscana “non va presa sottogamba. È un passaggio storico. Finisce il governo Rossi. Ci sarà continuità, perché il suo governo è stato apprezzato a livello regionale, ma qualcosa deve cambiare. Bonaccini era al primo mandato e aveva la forza della conferma. Mi pare però che Eugenio Giani stia interpretando bene la sfida, mettendo in campo se stesso e il suo stile. Non deve cambiare se stesso, dovrà perseguire il cambiamento nella continuità del governo regionale. Per questo è un momento di passaggio che va vissuto con grande attenzione e non va sottovalutato”.

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