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Sardine per il No (apperò)

Redazione

Santori & Co. ci tengono a far sapere come la pensano sul referendum

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È appena passato Ferragosto, sembra metà settembre, nel Pd se le danno di santa ragione, ci sono gli avanguardisti che lanciano il congresso anzitempo quando ancora incombono le elezioni regionali e il referendum costituzionale. E sembra così metà settembre che sono pure tornate le (scomparse) Sardine, a spiegarci – come se fosse una notizia – che sono contrarie al taglio del numero dei parlamentari.

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È appena passato Ferragosto, sembra metà settembre, nel Pd se le danno di santa ragione, ci sono gli avanguardisti che lanciano il congresso anzitempo quando ancora incombono le elezioni regionali e il referendum costituzionale. E sembra così metà settembre che sono pure tornate le (scomparse) Sardine, a spiegarci – come se fosse una notizia – che sono contrarie al taglio del numero dei parlamentari.

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“Le Sardine si schierano per il No al referendum costituzionale. Parlare del referendum fa paura, ma non possiamo tacere”, dicono le Sardine in un post su Facebook. Per la verità, del referendum parlano un po’ tutti, quindi non si capisce dove stia la paura. Ma tant’è. “Tagliando il numero dei parlamentari si mettono in discussione le fondamenta della democrazia parlamentare, con la sua capacità di esprimere il pluralismo e la complessità della società”. In un modello “maggiormente orientato alla decisione che alla discussione (come quello cui stiamo andando incontro negli ultimi anni) verrà sminuito uno degli elementi imprescindibili della cosa pubblica. Il problema attuale dei nostri rappresentanti non è il sovrannumero, come i populisti vogliono farci pensare, ma la qualità del dibattito e della classe dirigente”.

 

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Orbene, le Sardine erano finite sotto sale dopo aver troneggiato in Emilia-Romagna e adesso cercano un modo per recuperare spazi e visibilità. Tant’è che già hanno ricominciato col giochino m’ama non m’ama sui candidati alle elezioni regionali, mettendosi a quantificare il tasso d’antifascismo degli aspiranti governatori di centrosinistra. Eravamo in effetti tutti in attesa dei loro pronunciamenti, sia sul referendum, sia sui candidati da votare. Ancora insomma non hanno capito che la loro funzione si è esaurita nel gennaio di quest’anno in Emilia-Romagna: dovevano contribuire a battere l’ex Truce. A posto così, grazie, e avanti il prossimo.

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