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Aiutarli a casa loro

Ecco la missione a Tunisi della strana coppia Lamorgese-Di Maio

Simone Canettieri

Obiettivo: agevolare i rimpatri dei migranti. In cambio i due ministri porteranno fondi europei, radar e addestramento militare. Ci saranno due commissari Ue

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Roma. Una missione per due. A Tunisi, senza gli alberghi pieni per le vacanze estive. Obiettivo: agevolare i rimpatri dei migranti economici e, visto che ci sono, respingere alla frontiera i retroscena che li vedrebbero come i nuovi e carissimi nemici del governo rossogiallo. Con lui, il ministro degli Esteri, scontento della strategia di lei, la titolare del Viminale, a sua volta abbastanza stupita dal pulpito delle accuse. Macché. Ma quando mai. Con te partirò.

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Roma. Una missione per due. A Tunisi, senza gli alberghi pieni per le vacanze estive. Obiettivo: agevolare i rimpatri dei migranti economici e, visto che ci sono, respingere alla frontiera i retroscena che li vedrebbero come i nuovi e carissimi nemici del governo rossogiallo. Con lui, il ministro degli Esteri, scontento della strategia di lei, la titolare del Viminale, a sua volta abbastanza stupita dal pulpito delle accuse. Macché. Ma quando mai. Con te partirò.

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Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese – che al telefono “si chiamano affettuosamente per nome” – voleranno molto presto in Tunisia. Insieme. Uniti. Mancano gli ultimi dettagli, minuzie da feluche. Poi scatterà l’operazione. Saranno accompagnati – vista l’importanza della posta in palio – anche dai commissari europei  Ylva Johansson (Affari interni)  Olivér Várhelyi (Allargamento e Politica di vicinato).

 

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Ora il mare è grosso, ma la paura che gli sbarchi continuino, gonfiando le vele di Salvini, c’è. E dunque bisogna agire. In fretta. E fare pressioni – con solidi argomenti di scambio messi sul tavolo – affinché Tunisi renda ancora più snelli ed efficaci i rimpatri di chi tenta l’approdo in Italia senza essere rifugiato politico. Da ieri sono ripartiti i charter per l’Africa. Due voli a settimana, capienza venti persone ciascuno, più poliziotti a controllare. Dal 10 agosto si raddoppierà. 

 

Prima di vedere il cammello, l’Italia dovrà pagare moneta: Di Maio e Lamorgese sono pronti a offrire gli aiuti economici (della Ue e in particolare anche della Francia), radar per i porti, addestramento degli uomini. 

Ad attenderli il presidente della Repubblica Kaïs Saïed e il primo ministro incaricato, Hichem Mechichi, ex ministro dell’Interno, e per questo soprannominato a Roma, zona Viminale, “il Lamorgese di Tunisi”. I due vantano infatti una solida amicizia. Che a questo punto c’è da immaginare potrà tornare utile per chiudere l’accordo all’insegna del tanto deprecato aiutiamoli a casa loro. 

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D’altronde è stato proprio il presidente Saïed, nel suo discorso pronunciato a Sfax (punto di partenza dei barchini diretti a Lampedusa), a focalizzare il punto della faccenda davanti alle forze di sicurezza e alla Guardia nazionale:   “La questione riguarda i trafficanti che fanno imbarcare queste persone a bordo delle imbarcazioni della morte.  Noi comprendiamo la questione della sicurezza ma anche loro devono capire la questione economica”. Da qui il monito: “I pesci su terra sono più feroci dei pesci su mare”. 

 

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Sicché “Luigi e Luciana” sono pronti alla missione. Da cui dipenderà la tranquillità delle settimane a venire, e non solo. Soprattutto quella del governo. Un dossier utile per scacciare i fantasmi del rimpasto, che per Di Maio “non serve” in quanto l’esecutivo è “solido”. E vanno, anzi volano, tutti in un’unica direzione. 

 

A partire appunto da Lamorgese che ieri ha sentito al telefono Nicola Zingaretti, segretario del Pd che la pubblicistica vorrebbe scontento del Viminale e pronto a entrarvi con i galloni di ministro. Tormentoni estivi, per il segretario Pd che non ha la minima intenzione di lasciare la regione Lazio per il governo. I due hanno parlato di immigrazione e forse anche del nuovo prefetto della Capitale il cui nome oggi uscirà dal Consiglio dei ministri (sfida a due tra Matteo Piantedosi e Bruno Frattasi). Di sicuro Zingaretti ha ribadito al ministro massimo sostegno. In attesa di una cartolina da Tunisi.

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