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Il prof. Lopalco è un caso politico per Emiliano e la sua maggioranza

David Allegranti

Votato un emendamento, grazie ai franchi tiratori, per l'incandidabilità del capo della task force sul coronavirus. Il presidente della Puglia rinuncia alla doppia preferenza per salvare il suo esperto, candidato alle prossime regionali

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Roma. Si è ridotto all’ultima seduta del consiglio regionale, il Pd pugliese, per aggiustare la legge elettorale dopo la diffida del governo per istituire l’obbligo di doppia preferenza. Ma è saltato il numero legale e la legislatura si è conclusa stanotte, durante l’ultima accesa seduta del consiglio, senza modificare il sistema elettorale. Non solo: prima che mancasse il numero legale era stato votato un emendamento, poi decaduto, per rendere incandidabile il professor Luigi Lopalco, capo della task force epidemiologica pugliese, in campo con Michele Emiliano per diventare il futuro assessore assessore alla sanità.

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Roma. Si è ridotto all’ultima seduta del consiglio regionale, il Pd pugliese, per aggiustare la legge elettorale dopo la diffida del governo per istituire l’obbligo di doppia preferenza. Ma è saltato il numero legale e la legislatura si è conclusa stanotte, durante l’ultima accesa seduta del consiglio, senza modificare il sistema elettorale. Non solo: prima che mancasse il numero legale era stato votato un emendamento, poi decaduto, per rendere incandidabile il professor Luigi Lopalco, capo della task force epidemiologica pugliese, in campo con Michele Emiliano per diventare il futuro assessore assessore alla sanità.

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L’emendamento - uno dei 1.950 presentati da maggioranza e opposizione - firmato dal centrodestra aggiungeva alle cause di ineleggibilità anche “i soggetti nominati a qualunque titolo nella task force della Regione Puglia, che siano alle dirette dipendenze della stessa o che abbiano stipulato contratti di consulenza o collaborazione”. Trattasi, nientemeno, che del professor Lopalco, ormai noto volto televisivo e candidato con Emiliano. L’emendamento è decaduto, come detto, ma il dato politico resta, visto che a votare con l’opposizione sono stati anche una decina di franchi tiratori della maggioranza. Emiliano, indignato per il voto contro il suo virologo, è uscito dall’aula e ha fatto mancare così il numero legale pur di salvare Lopalco. In questo modo però, oltre a saltare l’emendamento anti-Lopalco, è venuto meno anche l’aggiustamento della legge elettorale sulla parità di genere. L’ultimo termine era il 28 luglio ed è scaduto.

  

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“Decorso inutilmente tale termine si fa riserva di adottare ogni ulteriore atto di cui il governo ha facoltà secondo legge”, si legge nella diffida firmata da Giuseppe Conte, che adesso dovrà intervenire. “Mi assumo la responsabilità politica di non essere riuscito a convincere la maggioranza in Consiglio ad approvare la doppia preferenza di genere che è un punto essenziale del nostro programma”, ha detto Emiliano che si fa paladino della rappresentanza femminile e poi in giunta ha soltanto una donna. “In questi anni sono stati presentati alcuni disegni di legge in tal senso, in particolare dal Pd, che però non sono mai arrivati in aula arenandosi nei meandri dell’assemblea”.

  

Francesca Franzoso, consigliera regionale di Forza Italia, dice che non c’è bisogno di una legge per garantire la parità di genere, conta il valore politico di una candidatura: “Io non sono un genere, io sono una persona. E lei non le rappresenta, presidente. Le donne si rappresentano da sole”, ha detto nel suo intervento in aula.

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