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Il Pd punta Patuanelli, Zingaretti smentisce di voler andare al governo

C'è maretta tra i dem e il ministro dello Sviluppo economico. I timori che dietro le ipotesi di rimpasto ci siano Fi e Italia viva

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Tira una brutta aria fra il Pd e il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Da mesi in quel dicastero restano bloccate le più pesanti crisi occupazionali italiane, a partire dall’Ilva di Taranto sulla quale, praticamente ogni giorno, il segretario del Pd Nicola Zingaretti chiede di arrivare a una conclusione. Ma non finisce qui. Manca ancora il piano industriale di Alitalia (che dovrebbe scrivere proprio Patuanelli) e languono senza soluzioni anche le vicende Whirlpool e Jabil. Insomma, un vero disastro a sentire il Nazareno. Ad aggravare ancor di più i termini della questione il mancato rispetto – secondo i Dem – dei patti nella distribuzione delle deleghe (arrivate da poco, quindi a quasi un anno dalla nomina) che Patuanelli ha avuto nei confronti del sottosegretario Gianpaolo Manzella, molto vicino al segretario Zingaretti. Erano state promesse quelle sulla banda ultra larga, ma poi alla fine sono state spacchettate per dirottarle in parte sulla grillina Mirella Liuzzi.

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Tira una brutta aria fra il Pd e il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Da mesi in quel dicastero restano bloccate le più pesanti crisi occupazionali italiane, a partire dall’Ilva di Taranto sulla quale, praticamente ogni giorno, il segretario del Pd Nicola Zingaretti chiede di arrivare a una conclusione. Ma non finisce qui. Manca ancora il piano industriale di Alitalia (che dovrebbe scrivere proprio Patuanelli) e languono senza soluzioni anche le vicende Whirlpool e Jabil. Insomma, un vero disastro a sentire il Nazareno. Ad aggravare ancor di più i termini della questione il mancato rispetto – secondo i Dem – dei patti nella distribuzione delle deleghe (arrivate da poco, quindi a quasi un anno dalla nomina) che Patuanelli ha avuto nei confronti del sottosegretario Gianpaolo Manzella, molto vicino al segretario Zingaretti. Erano state promesse quelle sulla banda ultra larga, ma poi alla fine sono state spacchettate per dirottarle in parte sulla grillina Mirella Liuzzi.

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Il segretario del Partito democratico in genere non parla mai con i suoi collaboratori dei retroscena dei giornali. Ma ultimamente ripete spesso ai suoi: “Ancora questa fake news sul rimpasto di governo con io che vado al Viminale? Ma bastaaa…”. In effetti dal suo staff non sanno più come smentire questa vicenda. E sospettano che sia alimentata da personalità dei vari partiti rimasti fuori da questo governo e che sperano in un rimpasto per entrare. “Per questo portano avanti il nome pesante di Zingaretti, che è chiaramente un falso, per nascondercisi dietro”, dicono i suoi, convinti che a mettere in giro queste voci siano quelli di Forza Italia aiutati dal gruppo di Italia viva. E aggiungono: “Nicola è stato eletto in regione e lì resta. Con l’unica deroga, forse, in caso di elezioni nazionali anticipate. In quel caso il segretario del Pd sarebbe “costretto” a guidare le liste elettorali del suo partito. “Ma tanto – sottolineano – questo governo durerà fino al 2023”. E veramente Nicola Zingaretti ha tutte le intenzioni di far arrivare l’esecutivo Conte fino alla data di scadenza naturale. Per questa ragione sta bocciando tutte le ipotesi, pur nate nel suo partito, che lo vogliono al governo.

 

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Referendum elettorale per la riduzione dei parlamentari. Brucia ancora il no di Italia Viva alla legge elettorale proporzionale, che per il Pd era l’altra faccia della riforma. “Così si sarebbero garantite le minoranze, anche in un Parlamento con pochi eletti”, dicono dal Nazareno. Mancando quella sponda sono in molti, nel Pd, a ragionare sul fatto che forse ora sarebbe meglio schierare il Pd sulla linea della libertà di coscienza. “D’altronde – ragiona un importante deputato dem – non siamo stati noi a non rispettare i patti. Quindi ora liberi tutti su una riforma che a noi non è mai piaciuta”.

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