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Dr Renato e Mr. Brunetta

Salvatore Merlo

Era un inesausto regolatore di conti. Non lo sopportavano neanche in FI. Ora è la voce della ragione che punta alla Bicamerale

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Roma. La legislatura era cominciata con una raccolta di firme tra i suoi deputati, i colleghi vessati di Forza Italia, una richiesta senza precedenti rivolta a Silvio Berlusconi, quasi un ammutinamento: “Per carità non lo confermare capogruppo perché è insopportabile”. Finì che fu mandato via, anche se per settimane restò barricato, applicando una forma di resistenza passivo-aggressiva, chiuso negli uffici di rappresentanza della Camera che non voleva mollare a nessun costo (tanto che per prenderne possesso, il suo successore, Mariastella Gelmini, dovette organizzare un trasloco notturno). Un po’ come quando si sdraiò per terra sul tappeto dello studio del Cavaliere, e allora, con le braccia rigide lungo i fianchi, gli urlò, tra preghiera e minaccia: “Non me ne vado da questa stanza finché non mi avrai nominato almeno vice coordinatore di Forza Italia”.

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Roma. La legislatura era cominciata con una raccolta di firme tra i suoi deputati, i colleghi vessati di Forza Italia, una richiesta senza precedenti rivolta a Silvio Berlusconi, quasi un ammutinamento: “Per carità non lo confermare capogruppo perché è insopportabile”. Finì che fu mandato via, anche se per settimane restò barricato, applicando una forma di resistenza passivo-aggressiva, chiuso negli uffici di rappresentanza della Camera che non voleva mollare a nessun costo (tanto che per prenderne possesso, il suo successore, Mariastella Gelmini, dovette organizzare un trasloco notturno). Un po’ come quando si sdraiò per terra sul tappeto dello studio del Cavaliere, e allora, con le braccia rigide lungo i fianchi, gli urlò, tra preghiera e minaccia: “Non me ne vado da questa stanza finché non mi avrai nominato almeno vice coordinatore di Forza Italia”.

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Il cattivo carattere, si sa, è sempre stato la sua arma, gli ha a lungo garantito un ruolo ma alla fine gliel’ha anche fatto perdere. Eppure adesso questa stessa legislatura iniziata con la sua defenestrazione si appresta a terminare con l’ipotesi, non remota, che proprio quei deputati di Forza Italia che prima volevano cacciarlo ora lo portino invece sulle spalle in trionfo, niente meno, “il nostro professore”, “il migliore tra noi”, “l’ultimo berlusconiano alfabetizzato”, amorevolmente sospinto dal suo partito e dal suo gruppo verso la presidenza di una commissione bicamerale per la gestione del Recovery fund. E allora, al di là della politica, delle trattative con Giuseppe Conte, del voto di oggi sullo scostamento di bilancio (cosa farà Forza Italia?) e del lungo negoziato notturno che con lo zampino di Gianni Letta solo questa mattina troverà forse il suo scioglimento finale, ecco lo strano caso del dottor Renato e di Mr. Brunetta. La trasformazione cioè dell’energumeno (ancorché “tascabile”, disse una volta con volgarità Massimo D’Alema) – tutti si ricordano quando Berlusconi lo portava apposta da Tremonti solo per fargli mordere i polpacci del ministro dell’Economia – in un compassato e beneamato professore, ecumenico, costruttivo, e per soprammercato divenuto anche la voce del buon senso nel centrodestra dominato dagli stregoni del noeuro leghista, sostenitore del Mes. In pratica un uomo ragionevole e pure popolare tra i suoi. Amato, addirittura.

   

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Martedì della scorsa settimana, per dire, il dottor Renato aveva invitato a casa sua tutti i deputati e tutti i senatori di Forza Italia alla festa del suo compleanno (anche se i maliziosi hanno notato l’assenza di Antonio Tajani) e lì, nel casale alle porte di Roma dove lui coltiva un vigneto e da qualche anno produce pure del vino, si è consegnato ai sinceri applausi di quelli che un tempo lo avrebbero volentieri gettato nel Tevere come Cola di Rienzo, facendo loro un discorso d’orgoglio e d’appartenenza implicitamente venato di sfumature europeiste e non precisamente salviniane. Come allora forse si noterà, lo strano caso del dottor Renato e di Mr. Brunetta conferma l’imprevedibilità di questi tempi pieni di contropiedi e di spiazzamenti, tempi nei quali Prodi rivaluta Berlusconi, i grillini dialogano con Draghi, un avvocato di Volturara Appula sorseggia birra con Angela Merkel, e Brunetta… diventa normale.

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