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Così Mimmo Parisi si approva da solo il bilancio (e i rimborsi spese) di Anpal

Luciano Capone

Il problema principale sono i suoi rimborsi spese – viaggi in business class per il Mississippi, autista e alloggio – per un totale di oltre 130 mila euro, che gli altri due componenti del cda non sono sentiti di approvare

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Roma. Prima spende cifre spropositate fuori dalle regole. Successivamente si scrive da solo un regolamento in cui autorizza se stesso a sostenere quelle spese. Infine approva da solo il bilancio che giustifica i rimborsi spese a se stesso. Una cosa del genere, sicuramente oltre i limiti della decenza e probabilmente anche oltre quelli della legge, non era mai stata vista in qualsiasi società pubblica. A inaugurare questa innovazione procedurale e contabile è, paradossalmente, un esponente indicato dal partito dell’“onestà”, degli scontrini e dei rimborsi spese. Stiamo parlando di Mimmo Parisi, il professore del Mississippi che Luigi Di Maio ha messo al vertice dell’Anpal, per trovare un posto di lavoro a tempo indeterminato ai percettori del reddito di cittadinanza attraverso 3 mila impiegati a tempo determinato chiamati navigator e una app inesistente. Partiamo dalla notizia per come è stata presentata da Parisi: il cda di Anpal (l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) qualche settimana fa ha approvato (con diversi mesi di ritardo e dopo diversi cda andati male) il rendiconto generale, il piano industriale di Anpal servizi e il bilancio di Anpal servizi.

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Roma. Prima spende cifre spropositate fuori dalle regole. Successivamente si scrive da solo un regolamento in cui autorizza se stesso a sostenere quelle spese. Infine approva da solo il bilancio che giustifica i rimborsi spese a se stesso. Una cosa del genere, sicuramente oltre i limiti della decenza e probabilmente anche oltre quelli della legge, non era mai stata vista in qualsiasi società pubblica. A inaugurare questa innovazione procedurale e contabile è, paradossalmente, un esponente indicato dal partito dell’“onestà”, degli scontrini e dei rimborsi spese. Stiamo parlando di Mimmo Parisi, il professore del Mississippi che Luigi Di Maio ha messo al vertice dell’Anpal, per trovare un posto di lavoro a tempo indeterminato ai percettori del reddito di cittadinanza attraverso 3 mila impiegati a tempo determinato chiamati navigator e una app inesistente. Partiamo dalla notizia per come è stata presentata da Parisi: il cda di Anpal (l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) qualche settimana fa ha approvato (con diversi mesi di ritardo e dopo diversi cda andati male) il rendiconto generale, il piano industriale di Anpal servizi e il bilancio di Anpal servizi.

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Le cose non stanno proprio così. Nel senso che tutti e tre i documenti sono stati approvati con il voto contrario di uno dei tre componenti del cda, il rappresentante delle regioni Claudio Di Berardino, che è assessore al Lavoro della Regione Lazio e uomo di fiducia del segretario del Pd Nicola Zingaretti. C’è naturalmente un dato politico sostanziale: un piano industriale approvato contro la volontà delle regioni, che sono quelle che hanno la competenza sulle politiche attive e che dovrebbero concretamente attuare le linee strategiche, è un piano già fallito. Che di fatto non esiste. Ma c’è anche un dato formale: come si è giustamente lamentato Di Berardino in una lettera del 21 luglio inviata a Parisi e al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, nel verbale dovrebbe essere specificato che le deliberazioni sono state prese a maggioranza e quindi il voto contrario delle regioni, altrimenti “apparirebbero essere state assunte all’unanimità dei componenti del cda e la cosa non sarebbe rispondente al vero”.

 

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Ma non basta, perché come riporta Linkiesta, in un caso, il bilancio di Anpal servizi, la delibera non è stata approvata neppure a maggioranza, ma con il solo voto favorevole di Parisi che di Anpal è presidente e di Anpal servizi amministratore unico.

 

Il problema principale sono i suoi rimborsi spese – viaggi in business class per il Mississippi, autista e alloggio – per un totale di oltre 130 mila euro, che gli altri due componenti del cda non sono sentiti di approvare. Di Berardino ha votato contro, mentre il rappresentate del ministero del Lavoro Giovanni Capizzuto si è astenuto. Ma Parisi ha fatto valere “doppio” il suo voto. E da presidente della controllante Anpal si è approvato da solo le spese dell’amministratore unico della controllata Anpal servizi, giustificate da un regolamento contestato dal vigilante ministero del Lavoro che il prof. del Mississippi si è scritto da solo. Inoltre le spese approvate dovrebbero essere attribuite ai due diversi ruoli di Parisi, quello di presidente e di amministratore unico, ma “ad oggi nessun accordo in tal senso è stato ancora raggiunto. La controllante (cioè Anpal), pur riconoscendo l’opportunità di un’idonea definizione, ha tuttavia evidenziato l’impossibilità di procedere a riconoscimenti pregressi”. In pratica la stessa società presieduta da Parisi non se la sente di sanare spese allegre sostenute senza il rispetto di alcune regole elementari di contabilità e trasparenza.

 

Come se non bastasse, nella missiva Di Berardino contesta la legittimità della delibera. perché il voto doppio dovrebbe valere nel caso di assenza di uno dei tre componenti, ma non di astensione. Inoltre l’articolo 13 dello statuto di Anpal servizi esclude espressamente la possibilità che l’amministratore unico (cioè Parisi) possa approvare da solo il bilancio, perché è un compito che spetta al cda nella sua composizione collegiale. Ma il prof. del Mississippi il bilancio (con i rimborsi a se stesso) se l’è votato da solo e ha pubblicato una delibera omissiva facendo credere che sia stato approvato all’unanimità. Il Pd, con Debora Serracchiani, ha presentato un’interrogazione al ministro Catalfo. Ma di interrogazioni del genere ne sono state fatte tante e ormai è evidente che Parisi si senta intoccabile e che né il Pd né il ministro Catalfo abbiano la forza politica per toccarlo.

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