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Sulla scuola è ora delle giuste polemiche

Redazione

Per il governo non era a marzo, aprile, maggio, giugno, luglio… quando sarà?

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“Penso che in questo momento ci si deve lasciar lavorare, senza fare polemica. E’ una gara europea, potranno partecipare in tanti. Quindi lasciateci lavorare, meno polemica perché veramente non serve in questo momento”, ha detto ieri ad “Agorà” la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, a proposito del bando per installare tre milioni di banchi nelle scuole prima dell’apertura. Mission impossible, secondo i produttori che pensano di non partecipare neppure alla gara.

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“Penso che in questo momento ci si deve lasciar lavorare, senza fare polemica. E’ una gara europea, potranno partecipare in tanti. Quindi lasciateci lavorare, meno polemica perché veramente non serve in questo momento”, ha detto ieri ad “Agorà” la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, a proposito del bando per installare tre milioni di banchi nelle scuole prima dell’apertura. Mission impossible, secondo i produttori che pensano di non partecipare neppure alla gara.

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Il rifiuto delle critiche non è un episodio isolato: sembra piuttosto una strategia del governo. Solo tre giorni fa, il commissario straordinario per il coronavirus, Domenico Arcuri, che peraltro dell’approvvigionamento dei banchi è il responsabile, commentava che “non è il momento delle polemiche”. Un mese fa era stato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, a respingere le “polemiche inutili”. Il premier, Giuseppe Conte, aveva anch’egli giocato la stessa carta durante una videoconferenza con i governatori regionali alla vigilia della Fase 2 (“basta polemiche, per battere il virus dobbiamo stare uniti”), e pure il titolare della Salute, Roberto Speranza, aveva detto all’apice della crisi “guai a dividersi o ad alimentare polemiche”.

  

Dacché sorge una domanda banale banale: se il momento delle polemiche non era febbraio (perché il virus ci aveva preso alla sprovvista), non era marzo (c’era da approntare la reazione), non era aprile (eravamo nella nostra ora più buia, copyright Giuseppi), non era maggio (c’era da riaprire con cautela), non era giugno (con i dati economici a picco), non è neppure luglio (bisogna guardare avanti), quando cavolo è che i cittadini potranno esprimere la loro opinione e i ministri si abbasseranno ad ascoltarla? Le opinioni degli altri a volte forse riflettono pregiudizi o disinformazione, ma spesso aiutano a correggere gli errori e migliorare i risultati dell’azione di governo. Sarebbe stato meglio capirlo a febbraio, marzo, aprile, maggio o giugno, ma va bene anche fine luglio: non è mai troppo tardi per imparare.

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