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Passeggiate romane

Il Recovery Fund rafforza il governo. Zingaretti ora sogna il Viminale

Il Pd teme che Conte, dopo il successo in Europa, sia pronto a lanciare l'opa sul M5s e a rinunciare al Mes

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L’indubbio successo del Recovery fund del governo italiano allontana le nuvole nere dal governo. Molto probabilmente si passerà un agosto tranquillo, a differenza di quello dello scorso anno. Anche l’idea del rimpasto, sollecitata da qualche partito (a cominciare da Italia viva) finirà almeno per qualche periodo nel dimenticatoio. Ne sono convinti anche al Nazareno dove ora ci si concentra su tre temi: il rimpasto di governo (Nicola Zingaretti vorrebbe entrare nell’esecutivo e vorrebbe il ministero dell’Interno), le regionali e la legge elettorale.

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L’indubbio successo del Recovery fund del governo italiano allontana le nuvole nere dal governo. Molto probabilmente si passerà un agosto tranquillo, a differenza di quello dello scorso anno. Anche l’idea del rimpasto, sollecitata da qualche partito (a cominciare da Italia viva) finirà almeno per qualche periodo nel dimenticatoio. Ne sono convinti anche al Nazareno dove ora ci si concentra su tre temi: il rimpasto di governo (Nicola Zingaretti vorrebbe entrare nell’esecutivo e vorrebbe il ministero dell’Interno), le regionali e la legge elettorale.

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La legge elettorale per il Pd resta una priorità, soprattutto dopo la riduzione dei parlamentari che con molta probabilità sarà sancito dal referendum del 21 settembre. Ma se prima la legge elettorale era l’ultima spiaggia, anche per il rischio di crisi di governo, ora diminuiscono le preoccupazioni. Anzi, se si dovesse andare sotto in commissione per il voto di Italia viva (con Renzi ritenuto sempre più inaffidabile), il Pd non mollerà, ma prenderà atto che sulla legge elettorale è saltato il vincolo di maggioranza. E allora si tratterà anche con l’opposizione, Forza Italia e Lega in primis. Tempi più lunghi, ma – in caso di accordo – risultato assicurato. Tornerà in auge lo Spagnolo?

 

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Capitolo regionali. Al Pd ora le previsioni sono più ottimistiche, soprattutto in Campania, Toscana e Puglia. La candidatura di Sansa è stata presa molto bene in Liguria e anche in quella regione, ragionano dal Nazareno, sono sicuri di giocarsela. Restano le Marche, dove ancora si continua nel tentativo di accordo. “Tutto alla luce del sole, come abbiamo fatto per il governo”, dicono dal Pd, smentendo categoricamente quelle voci di un’intesa sottobanco per un accordo di desistenza fra Pd e 5 stelle.

 

Nonostante la soddisfazione per l’esito del vertice di Bruxelles, al Pd sono preoccupati perché hanno capito che Giuseppe Conte non vuole accedere in nessun modo al Mes. Il tentativo del presidente del Consiglio di lanciare un’Opa sul Movimento 5 stelle gli rende infatti impossibile accettare quel meccanismo che i grillini rifiutano in tutti i modi. E al Partito democratico temono che questa decisione del premier avrà dei contraccolpi, perché quelli del Mes sono gli unici fondi che l’Italia può avere subito.

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