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"Da un mese chiedevo risposte al governo. Ma il ponte lo riconsegno ai genovesi". Parla Bucci

Carmelo Caruso

Il sindaco di Genova, commissario straordinario, si sottrae dalla gazzarra politica: "Questo non è un concorso di bellezza. Io ho preso un impegno e lo porterò a termine"

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“Di una cosa sono sicuro. Il ponte lo consegnerò. Non voglio sapere a chi. Non mi riguarda come, non voglio sapere se provocherà divisioni, se scontenterà qualcuno. Non è il mio compito e non è il mio ruolo giudicare Autostrade. Ma lo dico e sono pronto a ripeterlo: Genova aprirà il suo ponte. Io ci scommetto”. E quando a tarda sera, dopo una giornata in cui tutti hanno provato a chiamarlo e lui riluttante s'è sottratto alle liti, il sindaco di Genova, Marco Bucci, conferma al Foglio che la decisione di affidare il nuovo Ponte di Genova alla società Autostrade è arrivata dal ministero ed è ufficiale: “Ho un documento e lo custodisco”.

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“Di una cosa sono sicuro. Il ponte lo consegnerò. Non voglio sapere a chi. Non mi riguarda come, non voglio sapere se provocherà divisioni, se scontenterà qualcuno. Non è il mio compito e non è il mio ruolo giudicare Autostrade. Ma lo dico e sono pronto a ripeterlo: Genova aprirà il suo ponte. Io ci scommetto”. E quando a tarda sera, dopo una giornata in cui tutti hanno provato a chiamarlo e lui riluttante s'è sottratto alle liti, il sindaco di Genova, Marco Bucci, conferma al Foglio che la decisione di affidare il nuovo Ponte di Genova alla società Autostrade è arrivata dal ministero ed è ufficiale: “Ho un documento e lo custodisco”.

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E infatti questo sindaco, che è la felice anomalia italiana, il commissario straordinario che non parla e che non polemizza, non urla e non strepita (“Non ce la farete neppure voi”), svela un piccolo segreto: “Da un mese mi rivolgo al ministero, da un mese chiamo il governo per sapere a chi bisogna affidare questa opera che è l’opera di tutti e non solo dei genovesi”. Dice quindi che da un mese il governo si tormentava e cercava di rimandare la decisione che ieri ha spaccato il governo, scatenato Vito Crimi e poi Luigi Di Maio fino a ora di cena quando la Corte Costituzionale ha dato torto ad Autostrade e stabilito che no, estromettere Aspi dalla ricostruzione del ponte non è stato illegittimo. “Ma io non voglio saperne. Faccio un appello e lo rivolgo soprattutto ai giornalisti. Non trascinate Genova, non chiedete al suo sindaco di commentare quanto non gli compete”.

 

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Crede sul serio che riusciremo a non frantumare questa unità, crede che il miracolo del ponte riuscirà ancora a tenerci insieme? “Tutto divide, ma un ponte non è un concorso di bellezza. Oggi ho la conferma che il governo vuole che si affidi ad Autostrade. Lo farò. Nessuno riuscirà a interferire”. È una promessa? “Molto di più. Voglio che siano le ultime parole nella mia veste da commissario”.

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