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Passeggiate romane

Alternative fiacche

Più che cambiare governo, nel Pd (dove non temono le mosse di Renzi) s’avanza l’idea di cambiare i ministri

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Prima è stato il governo Draghi. Poi per una breve parentesi si è approdati al governo Colao. Quindi si è tornati a Draghi. Dopodiché una volta capito che Giuseppe Conte sarebbe rimasto saldo in sella a palazzo Chigi si è cominciato a parlare di rimpasto. Ma chi vorrebbe veramente cambiare qualche poltrona nell’esecutivo? Nessuno, a parte chi, nei pentastellati, ma, soprattutto nel Pd, è rimasto fuori dal governo e spinge per andarci, o, meglio, per tornarci, perché sono gli ex ministri i più scalmanati almeno tra i dem. Conte, che vede in ogni dove complotti contro di lui, non vuole toccare il governo. Non intende spostare nemmeno una casella. Nicola Zingaretti, che avverte tutti i possibili rischi di un rimpasto, è per lasciare tutto così com’è. I grillini devono ancora capire chi comanda al loro interno e decidere se fare da ruota di scorta al Pd o emanciparsi quindi preferiscono stare fermo. Persino Renzi, che ogni tanto accenna alla possibilità di far cadere Conte, ha però fatto sapere di essere contrario al rimpasto. Quindi, di che cosa si parla? Solo di ambizioni e aspirazioni frustrate.

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Prima è stato il governo Draghi. Poi per una breve parentesi si è approdati al governo Colao. Quindi si è tornati a Draghi. Dopodiché una volta capito che Giuseppe Conte sarebbe rimasto saldo in sella a palazzo Chigi si è cominciato a parlare di rimpasto. Ma chi vorrebbe veramente cambiare qualche poltrona nell’esecutivo? Nessuno, a parte chi, nei pentastellati, ma, soprattutto nel Pd, è rimasto fuori dal governo e spinge per andarci, o, meglio, per tornarci, perché sono gli ex ministri i più scalmanati almeno tra i dem. Conte, che vede in ogni dove complotti contro di lui, non vuole toccare il governo. Non intende spostare nemmeno una casella. Nicola Zingaretti, che avverte tutti i possibili rischi di un rimpasto, è per lasciare tutto così com’è. I grillini devono ancora capire chi comanda al loro interno e decidere se fare da ruota di scorta al Pd o emanciparsi quindi preferiscono stare fermo. Persino Renzi, che ogni tanto accenna alla possibilità di far cadere Conte, ha però fatto sapere di essere contrario al rimpasto. Quindi, di che cosa si parla? Solo di ambizioni e aspirazioni frustrate.

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E a proposito di Renzi, il leader di Italia viva è tornato a minacciare di votare la sfiducia al ministro Bonafede. Ma stavolta Giuseppe Conte non crede affatto che Renzi possa spingersi fino a questo passo. Al Pd, poi, non hanno mai creduto al fatto che Italia viva potesse sfiduciare Bonafede. “Alla fine – dicono al Nazareno – si supererà anche questa. E aspettiamo la prossima di Renzi…”.

 

 

Virginia Raggi ha deciso di ricandidarsi al Campidoglio. La sindaca di Roma è convinta di farcela. Nel Movimento 5 stelle la pensano in modo assai diverso. Sono sicuri che per i grillini la prossima tornata elettorale capitolina non andrà bene. Del resto, a Roma i pentastellati litigano come dei pazzi e sono divisi quasi su tutto. In ben quattro municipi della capitale le alleanze M5S sono crollate tra liti e scissioni. Il Campidoglio viene dato per perso, alle prossime elezioni, e perciò la dirigenza dei 5 stelle preferisce assecondare Raggi. Meglio farle correre questa impresa disperata piuttosto che trovarsela sul terreno nazionale, dove i problemi sono già tanti

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