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Riaprire il Lazio

Marianna Rizzini

Ripartenze scaglionate per settori, trasporti e un occhio al turismo. Linee nazionali e flessibilità

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Roma. Come ripartire, questo è il problema. Al di là e nel rispetto dell’ormai vicina presentazione ufficiale di una road map nazionale, infatti, le regioni cercano di prevenire le difficoltà e, in base alla situazione locale, attrezzarsi per l’attesa fase due. E i dati fanno la differenza: il Lazio, intanto, secondo l’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, potrebbe raggiungere rapidamente il livello “contagi zero”. Anche in questa ottica il governatore e segretario pd Nicola Zingaretti ha attivato nei giorni scorsi “tavoli” settoriali con categorie e istituzioni, con l’ausilio di una task force locale di esperti che possano aiutare la regione a riprendere le attività salvaguardando la sicurezza.

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Roma. Come ripartire, questo è il problema. Al di là e nel rispetto dell’ormai vicina presentazione ufficiale di una road map nazionale, infatti, le regioni cercano di prevenire le difficoltà e, in base alla situazione locale, attrezzarsi per l’attesa fase due. E i dati fanno la differenza: il Lazio, intanto, secondo l’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, potrebbe raggiungere rapidamente il livello “contagi zero”. Anche in questa ottica il governatore e segretario pd Nicola Zingaretti ha attivato nei giorni scorsi “tavoli” settoriali con categorie e istituzioni, con l’ausilio di una task force locale di esperti che possano aiutare la regione a riprendere le attività salvaguardando la sicurezza.

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E ieri si sono incontrati regione Lazio e comune di Roma, per definire “chiare regole di ripartenza per aziende, commercio e cittadini”, dice al Foglio il vicepresidente della regione Daniele Leodori, ringraziando anche la prefettura “per la disponibilità nel quadro di un impegno comune” sul campo dell’emergenza, in vista del 4 maggio. Si lavora su vari fronti. Intanto, come aveva sottolineato lo stesso Leodori qualche giorno fa, non si tratta di fare da sé, ma di “ripartire allo stesso passo del resto del paese”, ma cercando di gestire autonomamente, con proprie linee guida, il “modo” di applicazione delle indicazioni governative. Il piano di ripartenza per un Lazio sicuro, quindi, spiega Leodori, prevede aperture scaglionate per tipologia di attività commerciale, in modo da differenziare per categorie e ubicazione (centro e periferia potrebbero avere diverse necessità) e per non sovraccaricare i trasporti pubblici – altro macro-tema allo studio, in particolare per quanto riguarda il numero di passeggeri per autobus o vagone della metropolitana e la possibilità di “segnare” le distanze da mantenere sul pavimento degli stessi.

 

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Anche per gli uffici pubblici si prevede la possibilità di ingressi scaglionati, nel quadro generale di una diluizione di affluenza sui mezzi all’ora di punta (con incentivazione della mobilità sostenibile, compresi biciclette e monopattini, e con uso estensivo di dispositivi di protezione individuali). Dopo aver incontrato i rappresentanti di Unindustria, Confcommercio, Grande distribuzione e Confesercenti, Zingaretti ha annunciato la prossima presentazione di un documento-vademecum “pratico e chiaro” per cittadini e lavoratori. Per bar e ristoranti si prevedono riaperture (non dal primissimo momento, però) con numero contingentato di clienti e più tavoli fuori, e si sta cercando di immaginare, in un tempo non lontanissimo, un modo per far ripartire anche il turismo.

  

Ma come si agisce, in parallelo, per scongiurare il rischio del passo indietro sul fronte contagi, a parte l’ovvia sanificazione degli ambienti in negozi, trasporti e uffici? La regione, sul fronte Sanità, si sta attrezzando per i test sierologici, dice Leodori, in modo da accompagnare alla riapertura la prevenzione. L’idea è quella di “riavviare i motori della regione, e, allo stesso tempo, continuare a contrastare l’avanzata di un virus subdolo, pericoloso, che mette a rischio la salute di tanti cittadini e soprattutto di tanti anziani. L’obiettivo è quello di tornare a una vita il più possibile normale, ma in maniera sicura”.

 

Sempre sul piano sanitario, Zingaretti, qualche giorno fa, ha firmato un’ordinanza che rende obbligatoria, dal 15 settembre, la vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica per gli over 65 e il personale sanitario, raccogliendo l’appello lanciato dall’Oms per ridurre “i fattori confondenti per il Covid-19 in presenza di sintomi analoghi”. Le forze politiche di opposizione di centrodestra, intanto, tra il 22 e il 23 marzo, hanno presentato, sulla base di una serie di proposte formulate da Stefano Parisi, una “proposta di piano di azione in campo sanitario, articolato su varie direttrici”, tra cui l’attenzione alla diagnosi immediata e al censimento dei soggetti a rischio, all’aggiornamento dei medici di base, alla messa sotto controllo di chi è stato contagiato “con tutti gli strumenti resi oggi disponibili dalle tecnologie digitali”.

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