“Ora Di Maio chiarisca se stiamo con l'Alleanza euroatlantica o nella sfera cinese”
Nel Pd ci si chiede perché nessuno dei Cinque stelle prende le distanze da Di Battista e dal suo endorsement filocinese. “Non è il delirio di un pazzo”
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Di Maio e la Cina sono in una relazione complicata
Roma. Se fosse solo il delirio di un pazzo, vabbè. “Ma invece a me non pare che le parole di Di Battista sulla Cina possano essere liquidate così, come un vaneggiamento di un ex parlamentare”. Carmelo Miceli, deputato siciliano del Pd, è il responsabile per la Sicurezza nella segreteria del Pd. E quando ha letto le parole del Bismarck di Vigna Clara, che suggerisce di far pesare sul tavolo dei negoziati europei “il rapporto privilegiato del governo italiano con Pechino”, visto che “La Cina vincerà la terza guerra mondiale”, si è convinto che “come al solito, quando la comparsa Di Battista fa il suo ingresso in scena in frangenti così delicati e con dichiarazioni tanto roboanti, non sia per caso. C’è semmai un gioco delle parti”. E siccome non è il momento di giocare, “è doveroso – dice Miceli – chiarire le posizioni di tutti, dicendo con assoluta nettezza da che parte si sta: se dalla parte dell’alleanza euroatlantica o nella sfera d’influenza di Pechino”.
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