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“Vi piscio in bocca”. Ricordate la frase di Azzollini alle suore? Era una bufala

Luciano Capone

Era riferita da un testimone, ora indagato per falsa testimonianza

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Roma. Antonio Azzollini è stato un politico importante, 22 anni in Parlamento e circa una decina da presidente della potente Commissione Bilancio del Senato, ma molto probabilmente verrà ricordato per qualcosa che non ha mai detto. Ma che il circo-mediatico giudiziario dava per certo. E’ una frase mai pronunciata che ha anche interrotto la sua carriera politica, costringendolo prima alle dimissioni da presidente di commissione e poi fuori dalle liste. In tanti la ricorderanno. Una frase scioccante rivolta a una suora indifesa: “Da oggi in poi comando io, se no vi piscio in bocca”. Nel luglio del 2015 questo virgolettato campeggiava sulle prime pagine dei giornali, come elemento fondamentale di una richiesta di arresto proveniente dalla procura di Trani, nell’ambito di un’inchiesta sul crac della casa di cura Divina Provvidenza, di cui il senatore Azzollini era accusato di essere l’amministratore occulto attraverso pressioni e minacce sulle suore. Quelle parole, virgolettate e presentate quasi come fossero un’intercettazione, campeggiavano su tutti i tg nazionali e vennero riprese dalle agenzie stampa europee dato il ruolo in commissione di Azzollini.

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Roma. Antonio Azzollini è stato un politico importante, 22 anni in Parlamento e circa una decina da presidente della potente Commissione Bilancio del Senato, ma molto probabilmente verrà ricordato per qualcosa che non ha mai detto. Ma che il circo-mediatico giudiziario dava per certo. E’ una frase mai pronunciata che ha anche interrotto la sua carriera politica, costringendolo prima alle dimissioni da presidente di commissione e poi fuori dalle liste. In tanti la ricorderanno. Una frase scioccante rivolta a una suora indifesa: “Da oggi in poi comando io, se no vi piscio in bocca”. Nel luglio del 2015 questo virgolettato campeggiava sulle prime pagine dei giornali, come elemento fondamentale di una richiesta di arresto proveniente dalla procura di Trani, nell’ambito di un’inchiesta sul crac della casa di cura Divina Provvidenza, di cui il senatore Azzollini era accusato di essere l’amministratore occulto attraverso pressioni e minacce sulle suore. Quelle parole, virgolettate e presentate quasi come fossero un’intercettazione, campeggiavano su tutti i tg nazionali e vennero riprese dalle agenzie stampa europee dato il ruolo in commissione di Azzollini.

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Il senatore di Forza Italia fu anche vittima di uno “scherzo”, in realtà un agguato vigliacco e crudele, del programma radiofonico “la Zanzara”: una telefonata di un finto Papa Francesco che chiedeva conto di quelle brutte parole rivolte alle suore, a cui Azzollini rispose negando e ribadendo la sua innocenza con una voce commossa, poi rotta dall’emozione, infine interrotta dalle lacrime. Per fortuna, va detto a onore delle istituzioni, nonostante l’ondata giustizialista il Senato respinse la richiesta di arresto (“il Parlamento non è il passacarte della procura di Trani”, disse l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi).

 

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Ebbene, quelle parole non sono mai state pronunciate. Non era un’intercettazione, ma una frase riportata da un testimone che ha dichiarato di averla ascoltata in una stanza accanto a quella in cui avrebbe fatto irruzione Azzollini. Nel dibattimento si è scoperto che i testimoni, che poi sono diventati due, non ricordavano neppure l’anno in cui l’episodio si sarebbe verificato e neppure la stagione. Dopo quasi cinque anni c’è stata la sentenza di primo grado, in cui Azzollini è stato assolto con formula piena dalle accuse più gravi e condannato a 1 anno e 3 mesi per il più lieve, concorso in bancarotta semplice. La cosa interessante è che, al contempo, il tribunale ha ordinato la trasmissione degli atti alla Procura per falsa testimonianza di chi aveva riferito il “vi piscio in bocca” alle suore, che era alla base delle accuse più gravi. Azzollini è reduce, un mese fa, dopo aver rinunciato alla prescrizione da un’assoluzione piena su 16 capi d’imputazione per un’inchiesta del 2013 sul porto di Molfetta, sempre della procura di Trani. Il reato per cui è stato condannato a 1 anno e 3 mesi andrà in prescrizione tra sei mesi ed è molto probabile che anche in questo caso rinuncerà alla prescrizione, ma non è questo il punto. Azzollini non ha mai detto “Da oggi in poi comando io, se no vi piscio in bocca” alle suore”. Quel falso, diffuso senza cautela dal circo mediatico giudiziario, persiste ancora adesso che si conosce la verità. Ma non fa notizia.

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