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I dati di Bankitalia fanno a pezzi il modello Michele Emiliano

Luciano Capone

La regione dei flop. Crescita bassa, export stagnante, lavoro poco. Cosa dicono i numeri dell'esperienza di governo dell'ex magistrato. E domenica in Puglia ci sono le primarie del centrosinistra

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Roma. Domenica ci saranno le primarie del centrosinistra in Puglia per le elezioni regionali di primavera. E la situazione è abbastanza surreale. Da un lato c’è il principale partito della coalizione, il Pd, che di fatto dalla segreteria nazionale sembra aver delegato tutta l’iniziativa politica al viceré Michele Emiliano, anche se in realtà – non essendo più un iscritto al partito a causa dell’azione disciplinare del Csm e della sentenza della Corte Costituzionale che ha confermato il divieto per i magistrati (Emiliano lo è ancora) di iscriversi ai partiti – nel suo rapporto con il Pd più che un viceré è un’entità autonoma e privatistica, una specie di capo della Compagnia delle Puglie. Dall’altro, il partito della coalizione più ostile a Emiliano, Italia viva di Matteo Renzi, non parteciperà alle primarie: “Italia Viva non sosterrà né parteciperà alle primarie pugliesi per la scelta del candidato alla presidenza della regione”, ha dichiarato la pugliese Teresa Bellanova, ministro dell’Agricoltura e capo delegazione di Iv nel governo. Senza però specificare se, dopo le primarie, il partito si presenterà alle elezioni e con chi. Infine c’è Carlo Calenda che appoggerà alle primarie il consigliere regionale Fabiano Amati (che a differenza di Emiliano è del Pd) ma non sosterrà con il suo movimento Azione la coalizione di centrosinistra se a vincere dovesse essere l’attuale governatore pugliese che è stato uno dei più strenui oppositori dei governi del Pd, Renzi e Calenda.

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Roma. Domenica ci saranno le primarie del centrosinistra in Puglia per le elezioni regionali di primavera. E la situazione è abbastanza surreale. Da un lato c’è il principale partito della coalizione, il Pd, che di fatto dalla segreteria nazionale sembra aver delegato tutta l’iniziativa politica al viceré Michele Emiliano, anche se in realtà – non essendo più un iscritto al partito a causa dell’azione disciplinare del Csm e della sentenza della Corte Costituzionale che ha confermato il divieto per i magistrati (Emiliano lo è ancora) di iscriversi ai partiti – nel suo rapporto con il Pd più che un viceré è un’entità autonoma e privatistica, una specie di capo della Compagnia delle Puglie. Dall’altro, il partito della coalizione più ostile a Emiliano, Italia viva di Matteo Renzi, non parteciperà alle primarie: “Italia Viva non sosterrà né parteciperà alle primarie pugliesi per la scelta del candidato alla presidenza della regione”, ha dichiarato la pugliese Teresa Bellanova, ministro dell’Agricoltura e capo delegazione di Iv nel governo. Senza però specificare se, dopo le primarie, il partito si presenterà alle elezioni e con chi. Infine c’è Carlo Calenda che appoggerà alle primarie il consigliere regionale Fabiano Amati (che a differenza di Emiliano è del Pd) ma non sosterrà con il suo movimento Azione la coalizione di centrosinistra se a vincere dovesse essere l’attuale governatore pugliese che è stato uno dei più strenui oppositori dei governi del Pd, Renzi e Calenda.

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In questo contesto la competizione politica per il centrosinistra può diventare complicata, soprattutto se il centrodestra dovesse candidare Raffaele Fitto di Fratelli d’Italia, che ha esperienza di governo (è stato presidente della regione dal 2000 al 2005) e capacità di raccogliere consensi (alle europee è stato eletto con FdI, mentre il Pd non ha eletto alcun eurodeputato pugliese). Ad aggravare il quadro c’è il fatto che la Puglia non è l’Emilia Romagna, dove i partiti sono in difficoltà ma il centrosinistra può condurre una campagna elettorale all’insegna del buongoverno di Stefano Bonaccini.

 

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L’esperienza di governo di Emiliano non è segnata da grandi successi. Anzi. Il governatore la presenta come una regione in espansione economica, ma i dati dicono tutt’altro. Secondo il rapporto sulle economie regionali della Banca d’Italia, “nel 2018 l’economia della Puglia è cresciuta in misura più contenuta rispetto all’anno precedente e alla media nazionale” e il valore aggiunto è “ancora inferiore rispetto ai valori pre-crisi in tutti i principali comparti”. Nel 2019 la situazione non è cambiata e nel 2020 l’attività economica “sarà influenzata dalle vicende che riguardano lo stabilimento ArcelorMittal di Taranto”, che Emiliano voleva chiudere perché nocivo ma ora vuole tenere aperto perché necessario, e i cui proprietari (i Mittal) erano secondo lui venuti in Italia “per far cadere il governo Conte” ma ora vorrebbe diventare loro socio entrando con la regione nel capitale se solo il governo Conte non glielo impedisse. L’andamento delle esportazioni è in controtendenza rispetto al trend nazionale e del resto del Mezzogiorno: l’export è stagnante da anni (a parte un aumento nell’ultimo anno), mentre in Italia e nel Mezzogiorno è cresciuto in modo consistente. Le costruzioni e il mercato immobiliare vanno male: le compravendite crescono a un’intensità inferiore alla media nazionale e del Mezzogiorno e il valore degli immobili continua a calare inesorabilmente dal 2011 (ultimo dato: -1,4 per cento nel primo semestre 2019). Le immatricolazioni delle autovetture calano e più intensamente della media nazionale. Il lavoro langue: “I livelli occupazionali in Puglia restano inferiori del 3,7 per cento (47 mila unità) rispetto al picco precedente la crisi del 2008”, dice sempre la Banca d’Italia. Più in generale la ripresa è fiacca, la produttività del lavoro addirittura diminuisce e il pil pro capite è il 62 per cento della media europea, il livello più basso d’Italia dopo Calabria e Sicilia. Cresce il turismo, ma in rapporto alla popolazione la Puglia è solo la quindicesima regione per presenze turistiche. Non parliamo di banche, con la Popolare di Bari fallita e sempre difesa ed elogiata da Emiliano e dal ministro Boccia suo sodale. Senza una segreteria a Roma in grado di formare sul territorio una classe dirigente, per vincere le elezioni regionali il Pd ha deciso di puntare sulle doti trasformistiche e clientelari di Emiliano. In pratica ha affidato completamente la propria iniziativa politica sul territorio al governatore della Compagnia delle Puglie. Auguri!

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