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Un proporzionale bellissimo

Redazione

La nuova proposta di riforma elettorale è giusta, necessaria e inevitabile

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La proposta di sistema elettorale depositata dal presidente dei 5 stelle dalla commissione Affari costituzionali, Giuseppe Brescia, esprime una scelta netta a favore del ritorno al proporzionale, con modeste correzioni, costituite dallo sbarramento al 5 per cento a sua volta corretto da un meccanismo che permetta il “diritto di tribuna” a liste che ottengano un quoziente elettorale in tre circoscrizioni.

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La proposta di sistema elettorale depositata dal presidente dei 5 stelle dalla commissione Affari costituzionali, Giuseppe Brescia, esprime una scelta netta a favore del ritorno al proporzionale, con modeste correzioni, costituite dallo sbarramento al 5 per cento a sua volta corretto da un meccanismo che permetta il “diritto di tribuna” a liste che ottengano un quoziente elettorale in tre circoscrizioni.

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È una scelta obbligata, quindi giusta. Il maggioritario a due turni, su cui si era concentrato in particolare il Pd, non è mai decollato, sia perché richiederebbe un’alleanza organica tra 5 stelle e Pd, il che è politicamente almeno prematuro, sia perché non si è mai chiarito come conciliare un maggioritario di collegio con il carattere parlamentare della nomina del governo.

 

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I sistemi nettamente maggioritari funzionano in presenza di una polarizzazione stabile delle forze politiche, che in Italia dove il maggioritario è stato sempre di coalizione non ha funzionato neppure quando quel bipolarismo era netto ed evidente. Quindi il superamento di un sistema inadeguato (peraltro respinto dagli elettori che hanno bocciato nel 2016 la riforma costituzionale che ne forniva il contesto indispensabile) è una scelta giusta e necessaria.

 

Naturalmente anche una buona riforma del sistema elettorale non risolve di per sé il problema politico, che consiste nella possibilità di contrastare l’affermazione di un centrodestra a trazione sovranista. Per quello ci vogliono i voti e una visione competitiva e comprensibile all’elettorato. Però un proporzionale abbastanza “puro” mette tutti di fronte all’esigenza di costruire alleanze parlamentari che sono il contrario della pretesa dei “pieni poteri” e questo per ora è il massimo che si poteva raggiungere.

 

Le proteste delle formazioni minori di sinistra, che osteggiano lo sbarramento al 5, rappresentano la tendenza alla frammentazione del sistema politico, figlia dello scissionismo esasperato, che confina con l’ingovernabilità. Dovrebbero accontentarsi del diritto di tribuna, che corrisponde alla loro funzione di testimonianza. In fondo hanno quello che serve loro e non quello che danneggia gli altri. Anche per questo l’equilibrio della proposta va apprezzato.

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