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La Cisl pugliese, caso raro, si oppone al situazionista Emiliano

David Allegranti

La segretaria regionale Fumarola: “Il confronto non c’è stato, abbiamo fatto delle proposte e lui non ci ha neanche ascoltato”

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Roma. Sono rare le critiche a Michele Emiliano, il governatore situazionista della Puglia che fa e disfa senza incontrare resistenze nel dibattito pubblico. Fa eccezione la Cisl regionale guidata da Daniela Fumarola: “Le mie considerazioni non sono mai state sulla persona ma sulla sua amministrazione, dal punto di vista strettamente politico e istituzionale”, dice la segretaria della Cisl pugliese al Foglio. “Ho sempre detto che non eravamo contenti del confronto con il governatore Emiliano, che di fatto non c’è mai stato. A partire da questioni importanti come quella della sanità. Nel 2016 abbiamo sottoscritto un accordo con la Regione ma poi, per effettuare una verifica su quel patto, su nostra richiesta peraltro, siamo stati ricevuti di nuovo solo dieci mesi dopo”. L’accordo, spiega Fumarola, “affrontava il cuore del problema della Puglia sulla sanità: la gestione delle liste d’attesa. Da noi c’è la necessità di fare turn-over e nuove assunzioni. Avevamo chiesto di fare degli audit con i direttori generali territoriali per verificare la loro azione ed eventuali azioni di sanzione”.

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Roma. Sono rare le critiche a Michele Emiliano, il governatore situazionista della Puglia che fa e disfa senza incontrare resistenze nel dibattito pubblico. Fa eccezione la Cisl regionale guidata da Daniela Fumarola: “Le mie considerazioni non sono mai state sulla persona ma sulla sua amministrazione, dal punto di vista strettamente politico e istituzionale”, dice la segretaria della Cisl pugliese al Foglio. “Ho sempre detto che non eravamo contenti del confronto con il governatore Emiliano, che di fatto non c’è mai stato. A partire da questioni importanti come quella della sanità. Nel 2016 abbiamo sottoscritto un accordo con la Regione ma poi, per effettuare una verifica su quel patto, su nostra richiesta peraltro, siamo stati ricevuti di nuovo solo dieci mesi dopo”. L’accordo, spiega Fumarola, “affrontava il cuore del problema della Puglia sulla sanità: la gestione delle liste d’attesa. Da noi c’è la necessità di fare turn-over e nuove assunzioni. Avevamo chiesto di fare degli audit con i direttori generali territoriali per verificare la loro azione ed eventuali azioni di sanzione”.

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Insomma, sarebbe stato un modo per verificare gli obiettivi del management della sanità pugliese e migliorare le prestazioni. “Gli incontri però si sono sempre più diradati e nel 2018 abbiamo manifestato sotto la sede della giunta regionale perché eravamo insoddisfatti di come il governo pugliese stesse affrontando un tema così sensibile per i cittadini”. Per non parlare dell’agricoltura, aggiunge la segretaria. “Non abbiamo mai avuto la possibilità di un confronto costante o di una concertazione, che invece sarebbero stati opportuni in una regione come questa che, se ben organizzata, può essere un fiore all’occhiello del Sud. Abbiamo grandissime potenzialità potenzialità ma sprechiamo le occasioni”. Anche per responsabilità di chi guida la Regione: il magistrato-governatore Emiliano. “Abbiamo anche proposto una agenda di fine legislatura, però non abbiamo mai ricevuto una risposta, né negativa né positiva”. E mentre Emiliano cambia idea su tutto, dice una cosa e il suo contrario, “la Cisl sta sempre dalla stessa parte. Abbiamo sempre detto, anche di fronte al caso ex Ilva, che i diritti costituzionali possono coesistere con la presenza di una industria siderurgica importante, resa sicura e compatibile con l’ambiente. Anche su questo abbiamo avuto due anni fa un incontro con la Regione, che non ha la nostra stessa posizione, perché, come noto, ha puntato sulla decarbonizzazione. Noi ci siamo sempre detti favorevoli a processi innovativi, a patto che potessero realizzare da subito la salvaguardia del lavoro e la sicurezza e la salute delle persone. Abbiamo anche detto che non è possibile pensare di decarbonizzare e poi intraprendere azioni che contrastino il Tap in Puglia. Noi siamo sempre stati chiari sulle nostre posizioni, non abbiamo mai cambiato idea. Abbiamo anche detto, e lo ribadiamo, che le parole chiave sono coesione e corresponsabilità. Abbiamo fatto proposte e critiche costruttive, ma il dialogo con il presidente è mancato. Non lo vediamo da diversi mesi. L’ultimo incontro lo abbiamo fatto il 2 agosto scorso sulla questione della sanità, poi non lo abbiamo mai incontrato in maniera ufficiale e per quanto mi riguarda neanche in maniera ufficiosa. Da quel giorno abbiamo rilanciato l’esigenza di dare risposte ai tanti pugliesi che non riescono a ottenere il diritto alla cura e alla salute”.

 

Sono molte le questioni che stritolano la Puglia, come l’Ilva, che inevitabilmente vanno a incidere sullo sviluppo della regione. “Serve un’economia aggiuntiva a quella industriale, come l’agricoltura e il turismo, allora bisogna creare le condizioni affinché questi due driver possano effettivamente svilupparsi. A partire dalle infrastrutture. Il Salento, per esempio, dovrebbe essere ben collegato con l resto della Puglia”. C’è poi la questione della Xylella. Altra vicenda su cui Emiliano ha detto tutto e il contrario di tutto. “Noi invece, come in altre circostanze, abbiamo detto che bisogna affidarsi al mondo scientifico, non ai santoni né ai tuttologi. Sulla Xylella invece si è perso tanto tempo e quando uno arriva in Salento vede la devastazione del territorio, con tutto ciò che ne consegue: numeri negativi in agricoltura, perdita di lavoro, calo del reddito per lavoratori e imprese. L’olivicoltura è stata messa in ginocchio in quella zona. E questi sono dati oggettivi, non considerazioni di parte”.

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