La presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati (Foto LaPresse)

Senato zitto e Mosca

Casellati dichiara inammissibili tre interrogazioni sui fondi russi alla Lega e non rende un buon servizio all’istituzione che presiede

Roma. “Il Senato non può essere il luogo del dibattito che riguarda pettegolezzi giornalistici”, ha dichiarato in Aula la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, tra le proteste del Pd che si era visto dichiarare inammissibili tre interrogazioni che chiedevano al ministro dell’Interno Matteo Salvini di chiarire i rapporti con i russi dopo la diffusione dell’audio in cui esponenti della Lega trattavano a Mosca un finanziamento milionario per la campagna elettorale delle scorse europee. “Ho ammesso tutte le interrogazioni che hanno riguardato fatti provati – ha detto la Casellati –. Non siamo in un luogo dove possiamo discutere liberamente di questioni che non hanno nessun fondamento probatorio”. La posizione e il comportamento della presidente del Senato sono davvero spiacevoli per due motivi molto diversi. Il primo riguarda la compressione degli spazi di discussione nella massima istituzione rappresentativa, il Parlamento, su una rilevante questione politica di cui si parla sia in patria sia all’estero.

 

Diventa poi difficile difendere la democrazia rappresentativa dagli assalti rousseauiani se poi per parlare di certi temi i senatori devono andare sui social network, visto che a Palazzo Madama non si può. Il secondo problema è il linguaggio. Non tanto la caduta di stile nel definire “gossip” un’inchiesta giornalistica, ma il linguaggio di tipo giudiziario sul divieto di parlare di questioni che “non hanno nessun fondamento probatorio”. L’Aula parlamentare non è un’aula di tribunale e lì dentro si discute di vicende politiche, non si fanno i processi. E questo dovrebbe comprenderlo proprio chi per anni ha contestato le incursioni della magistratura nel terreno politico e ora respinge rilevanti vicende politiche nel campo giudiziario. A proposito, sul gossip giornalistico, la procura di Milano ha aperto un’inchiesta per corruzione internazionale (indagato Savoini). Vuol dire che prima o poi al Senato se ne parlerà, a ricasco della procura. Ma la Casellati non ha reso un buon servizio all’istituzione che presiede.

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